Tuscia in pillole. Cinema Genio

di Vincenzo Ceniti

Lunedì 30 agosto 1948 ore 21.00. Inaugurazione a Viterbo del Cinema Teatro Genio ricostruito dopo i bombardamenti dell’ultima guerra. Si proietta il film “Anni verdi”. Il prefetto Gaetano Mastrobuono dopo il saluto ufficiale di Alvaro Tiburli, presidente del consiglio di amministrazione della s.p.a. Teatro del Genio, taglia il nastro tricolore posto di fronte allo schermo. Una lapide incastonata presso l’ingresso recita “Per volontà di pochi, dalle macerie della guerra, il Teatro Genio rinnovato ritorna alla sua funzione sociale. 30 agosto 1948”.

Anni Verdi. Film inaugurale rigorosamente in bianco e nero del 1946 (tratto dal romanzo di A.J. Cronin) diretto da Victor Saville con il grande Charles Coburn, Tom Drake, Beverly Tyler e Hume Cronyn. E’ la storia di un giovane orfano che viene affidato ai nonni scozzesi. Il bisnonno gli fa da vero padre e lo aiuta a studiare, crescere e conquistare la donna che ama. La “pellicola”, come si diceva allora, restò in cartellone al Genio per una settimana. Un tempo record per quegli anni. Vennero spettatori da tutta la provincia. In effetti il cinema, fresco di restauro, era un’attrazione irresistibile per tutti.

Palcoscenico non eccessivamente grande, una vasta platea in forte pendenza per consentire la buona visione a tutti, balconate laterali, platea rialzata con due comode scale di accesso e galleria. Impianto di condizionamento dell’aria, ottima acustica. Circa mille posti con sedie di legno ribaltabili e numerate. Nel foyer , oltre alla biglietteria, trovavano posto il bar e una sala-vetrina mostre. Alle pareti manifesti dei film di prossima proiezione percorsi da strisce colorate trasversali con scritto “imminente”, “prossimamente”, “anteprima assoluta”, “grande successo” e altro.

Subito una polemica. Gli affreschi nel soffitto, sovrastanti la bocca del palcoscenico, eseguiti da Achille Capizzano (sue alcune decorazione al palazzo dei Congressi di Roma), rappresentavano una figura femminile (S. Cecilia) e il leone di Viterbo con la palma. Non furono molto apprezzati per cui vennero ben presto coperti e successivamente rifatti nei primi anni Sessanta da Felice Ludovisi . Il progetto per la ricostruzione portava la firma degli architetti Savelli, Pennisi e Baccin (gli stessi del cinema “Rivoli” di Roma). Tra i fornitori anche alcune ditte di Viterbo: Giuseppe Minelli, Amedeo Ribeca, Emilio Moretti, Duilio Mainella, Romolo Prosperoni, Ugo Montalboldi. Costo complessivo dell’opera Lire 70 milioni.

Il Cinema Teatro Genio inizia così la sua lunga attività che lo vedrà primeggiare tra anteprime e film di routine fino al 2014 anno della chiusura. A noi interessano i primi decenni di attività fino agli anni Sessanta quando venne rinnovato e dotato di nuove poltrone rosse imbottite (1966).

Non solo cinema ma anche avanspettacolo con tanto di passerella (ossia film preceduti da varietà con ballerine, comici – coinvolti in spassosi dialoghi con il pubblico – illusionisti e cantanti), rivista, teatro, concerti , lirica, conferenze e assemblee politiche e sociali. Nel 1949, il tenore Cesare Valletti (viterbese di adozione) si esibì in un concerto con Tito Gobbi e Maria Caniglia.

Le proiezioni erano normalmente precedute dalle presentazioni dei film di prossima programmazione e da cortometraggi di attualità, “Settimana Incom” in testa firmata da Sandro Pallavicini, una sorta di cinegiornale (simile ai nostri telegiornali) che settimanalmente dava notizie e commenti. Si parlava – con montaggio rapido e testi anche ironici – di politica, inaugurazioni, moda, teatro. musica, curiosità, spettacoli, sport ecc. sul modello dei rotocalchi illustrati. Filmati pieni di ottimismo in un’Italia alle prese con la sua ricostruzione economica e sociale. Durata circa dieci minuti con la voce storica e inconfondibile di Guido Notari. Nelle “Settimana Incom” di quei giorni inaugurali non sono mancati servizi sulle vacanze degli italiani, le colonie marine , la ricostruzione di ponti e strade , i film in lavorazione, i soggiorni estivi a Caprarola del presidente della Repubblica Luigi Einaudi, l’attentato a Togliatti, la vittoria di Bartali al Tour de France, le imprese del grande Torino ecc. Grande curiosità per i primi film a colori (in Italia “Totò a colori” del 1952), per il cinemascope di alcuni anni anno dopo e per gli effetti sonori amplificati con altoparlanti disposti dietro lo schermo e lungo la sala che davano un effetto stereofonico, riproducendo le registrazioni ottenute nelle riprese.

Sul palcoscenico Corrado condusse dal vivo la famosa rubrica radiofonica “Rosso e Nero”. Eravamo alla metà degli anni Cinquanta. Il noto presentatore fece un gioco con gli spettatori e poi mise in palio alcuni doni tra cui una cravatta. Salì sul palco e la prese Domenico Mancinelli futuro assessore allo Sport e Turismo del Comune di Viterbo. Da ricordare anche le incursioni che noi ragazzi facevamo al Gran Caffè Schenardi quando arrivavano le ballerine del varietà (le cosiddette “sgallettate” ) accompagnate dal capocomico per una vetrina pubblicitaria dal vivo. Molti volti noti del cinema presenti alle “prime”: Marcello Mastroianni, Marina Vlady, Giulietta Masina, Maurizio Arena, Fulvia Franco (miss Italia 1948) e altri.

Nei primi anni Sessanta il Genio ospitò una fiorita rassegna di riviste e varietà. Salirono sul palco, tra i tanti big del tempo, Claudio Villa e la prestigiosa compagnia di Macario e le sue “donnine” per la rivista “Chiamate Arturo 777”. Ci fu qualche problema di spazio poiché l’intera troupe del comico piemontese era piuttosto numerosa e il palco non riusciva a contenere tutti gli artisti. Al tempo dell’avanspettacolo il Genio ospitò anche uno sconosciuto Adriano Celentano. Si racconta che un commissario di polizia di allora non avesse permesso alle ballerine di entrare in scena con l’ombelico scoperto. Gli organizzatori dovettero in fretta correre ai ripari acquistando il tulle necessario a coprire la “vergogna”.

Curiosità. In quel 1948 venne anche aperto a Viterbo da don Alceste il cinema parrocchiale San Leonardo presso la chiesa omonima che proiettava film a passo ridotto a scopo educativo e sociale. Al bando i film d’amore “spinti”.

 

Il Cinema Genio dopo i lavori di ristrutturazione dei primi anni ’60
Locandina del film “Anni Verdi”

 

Nella foto cover Marcello Mastroianni, Marina Vlady e Giulietta Masina al Genio in platea rialzata

 

L’autore

Console di Viterbo del Touring Club Italiano. Direttore per oltre trent’anni dell’Ente Provinciale per il Turismo di Viterbo (poi Apt). È autore di varie monografie sul turismo e di articoli per riviste e quotidiani. Collabora con organismi e associazioni per iniziative promo-culturali. Un grande conoscitore della Tuscia.

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