Tuscia in pillole. Cedido santuario della cultura

di Vincenzo Ceniti*

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Un forziere di sapienza e di saperi custodito nei robusti saloni d’impianto medievale sottostanti quello del Conclave nel palazzo dei Papi di Viterbo, dove sono riuniti da circa vent’anni migliaia di volumi e documenti di storia e cultura religiosa di varie epoche. E’ il Cedido – acronimo di Centro Diocesano di Documentazione – rifugio amico e accogliente di studiosi, ricercatori e topi di biblioteche, non solo locali.

Per il direttore scientifico Luciano Osbat, di buon lignaggio friulano – già docente di Storia moderna e Archivistica generale all’Università della Tuscia e attuale presidente del Centro di ricerche per la storia dell’Alto Lazio – è un santuario per la conservazione e la valorizzazione della documentazione prodotta nel tempo da oltre un centinaio di istituzioni, enti, persone – tutti più o meno collegati con la presenza e le funzioni della Diocesi viterbese – di fondamentale importanza per la conoscenza della storia e della cultura religiosa del nostro territorio. Ancora grazie al vescovo Lorenzo Chiarinelli che avviò l’impresa nel 2004.

Il Cedido accoglie in particolare l’Archivio storico diocesano di Viterbo, gli Archivi delle antiche diocesi di Bagnoregio e Montefiascone, quelli di molti monasteri, parrocchie e confraternite, l’Archivio e la Biblioteca del Capitolo della Cattedrale, l’Archivio e la Biblioteca dell’Azione Cattolica – sez. di Viterbo, la Biblioteca del Seminario Interdiocesano di Viterbo e Tuscania, la Biblioteca del pontificio Seminario regionale Pio XI di S. Maria della Quercia. Inoltre sovrintende agli Archivi dell’antica diocesi di Acquapendente-Castro e di Tuscania e alle Biblioteche del Seminario di Bagnoregio e “Barbarigo” di Montefiascone che sono rimaste nelle sedi originarie. Un miscela esplosiva di cultura che fa “tesoro” ed arricchisce il brand della città di Viterbo.

La sala polifunzionale del Centro è un agorà per incontri, conferenze e mostre destinati alla presentazione di ricerche sull’Alto Lazio e alla discussione su temi relativi alla metodologia storica e ai problemi della società contemporanea. Tra i documenti più antichi ci sono una pergamena in copia del 1031, una pergamena originale del 1077 e un ordo canonicorum del 1063, un vero e proprio vademecum per i canonici del tempo. Grande riguardo per il Pantheon di Goffredo da Viterbo, una sorta di enciclopedia della storia universale redatto nel XIII secolo arricchito da una fioritura di miniature sulle imprese di Alessandro Magno.

Un autentico cimelio è la Bibbia di san Bonaventura in fogli di pergamena, usata in passato come libro di studio e venerata come una reliquia. Contiene, tra l’altro, il prologo di san Girolamo, il vecchio e il nuovo testamento e un indice-dizionario delle parole ebraiche. Si ha documentazione della sua esistenza dal 1585. Risale probabilmente al XIII sec. e contiene numerose miniature tra capilettera e figurazioni.

Dati alla mano, il Cedido viterbese è il primo istituto ecclesiastico del Lazio per numero di frequentatori. Nel 2022 sono stati circa tremila, tra visitatori, stagisti e partecipanti a conferenze Dal 2014 ha avviato il progetto “Gente di Tuscia” che si propone di illustrare, attraverso un apposito sito internet (www.gentedituscia.it) le biografie di quei personaggi che con la loro vita e la loro opera hanno dato lustro alla storia dell’Alto Lazio.

Da quando è in funzione l’ascensore, che dal parcheggio di Faul sale al palazzo dei Papi, la frequentazione del Centro è più agevole soprattutto ai meno giovani. Ogni volta che ci capito mi dà conforto osservare i volti degli studiosi di ogni età chinati sui tavoli davanti ad un documento che si illuminano quando, dopo pazienti e lunghe ricerche, trovano la fonte desiderata. Sullo sfondo i malcelati compiacimenti di Luciano Osbat, premuroso “guardiano” di cotanto forziere con i suoi collaboratori e volontari.

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Miniatura dal Pantheon di Goffredo da Viterbo (XIII sec.)
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Sala convegni

Nella foto cover: incontro con gli studenti

 

L’autore*

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Console di Viterbo del Touring Club Italiano. Direttore per oltre trent’anni dell’Ente Provinciale per il Turismo di Viterbo (poi Apt). È autore di varie monografie sul turismo e di articoli per riviste e quotidiani. Collabora con organismi e associazioni per iniziative promo-culturali. Un grande conoscitore della Tuscia.

 

 

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