Tiziana Laureti proclamata nuova Rettrice dell’Unitus sotto scroscianti applausi

di Luciano Costantini

La visione e quindi il programma sono chiari: “Consolidare e ampliare l’orizzonte nazionale e internazionale, un ateneo che deve essere radicato nella Tuscia e al tempo stesso in Italia e in Europa, questa è la doppia anima che guiderà le nostre scelte”.  Tiziana Laureti, parla dal palco della Sala delle Conferenze dell’Università della Tuscia per la cerimonia di nomina a Rettrice al termine del mandato di Stefano Ubertini. Prima donna al vertice dell’ateneo, viterbese doc, già docente del Dipartimento di Statistica Economica. L’incarico durerà per i prossimi sei anni, fino al 2031. Mise in grigio tenue, sobria ed elegante, che va a fare pendant con l’atmosfera di insediamento: luci soffuse, l’intero palco occupato dai professori, platea stracolma, nelle prime file autorità civili, militari ed ecclesiastiche di ogni ordine e grado. “Ogni scelta che faremo, ogni decisione che adotteremo – puntualizza – saranno dettate da conoscenza e responsabilità. Tre parole guideranno sempre il nostro comune cammino: cura, creatività e coraggio. Cura delle persone e dei percorsi perchè l’università vive solo se si prende cura di chi l’abita; creatività per immaginare l’invisibile a trasformarlo in possibilità di nuove strade e nuove conoscenze; coraggio perché innovare significa anche assumersi la responsabilità del cambiamento”. Il discorso non è lunghissimo, intorno al quarto d’ora, ma sufficiente a trasmettere la determinazione che anima la Rettrice: concetti chiari, parole scandite con sicurezza anche se in più di una occasione la voce zoppica a tradire la legittima emozione del momento. Soprattutto quando accenna al ricordo del padre, al sostegno della madre, dei familiari, dei conoscenti che l’hanno aiutata in tanti anni a costruirsi una carriera di spicco in campo nazionale e internazionale collaborando con la Banca Mondiale, Eurostat e Fao. Recentemente è stata nominata componente della Commissione per la garanzia della qualità dell’informazione statistica con decreto del Presidente della Repubblica. Il discorso era iniziato con tutta una serie di ringraziamenti per una eredità preziosa. “Quella di un ateneo solido, riconosciuto e aperto al mondo con un radicamento che si estende, oltre che a Viterbo, nei poli di Rieti e Civitavecchia e ci siamo spinti un po’ più in là, a Samarcanda in Uzbekistan con l’inaugurazione di un campus. Una città universitaria, come è Viterbo, non è soltanto un luogo di studio, ma un ecosistema di relazioni, servizi e opportunità. Il mio impegno sarà rafforzare questo modello insieme alle istituzioni e alle forze del territorio. Viterbo città universitaria è per me un legame reale, tra città e università che si sostengono e crescono insieme”. Una realtà, quella di Unitus, in crescita da anni come dimostrano i numeri, che il Rettore uscente, Stefano Ubertini, snocciola nel suo intervento di commiato, anch’esso accompagnato dai ringraziamenti nei confronti delle istituzioni, del personale e naturalmente degli studenti che hanno accompagnato il suo percorso di sei anni al vertice dell’ateneo. “Abbiamo avviato un piano edilizio di 30 milioni di euro – sottolinea – e per la nuova Rettrice abbiamo acquisito sette milioni per i lavori di recupero di Santa Maria in Gradi. E altre risorse per la ricostruzione della nuova sede di Agraria semidistrutta dall’incendio della scorsa estate. I ranking internazionali ci vedono in posizioni di prestigio. Se oggi l’università è a questi livelli, il merito non è mio, ma di studentesse e studenti, docenti, ricercatori, personale tecnico e amministrativo. Non è retorica, ma ciò che tiene tutto insieme perché l’università non è fatta di regolamenti bilanci e laboratori, ma di persone, gesti piccoli, importanti, come il sorriso che cambia il clima e alleggerisce la vita, apre le porte e scioglie i nodi”. Due discorsi che terminano, sotto salve di applausi, con il rituale scambio del campanello per il passaggio di testimone tra Stefano Ubertini e Tiziana Laureti.

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