Tassa di soggiorno a Tarquinia, Confcommercio e Confesercenti denunciano la mancata concertazione e chiedono lo stop all’iter

Confcommercio e Confesercenti Viterbo esprimono forte preoccupazione per l’intenzione del Comune di Tarquinia di istituire la tassa di soggiorno a partire dal 2026, avviando un iter che non rispetta gli obblighi di legge e finora non ha coinvolto le associazioni di categoria, né considerato le esigenze delle imprese del turismo.

In una lettera formale inviata oggi al sindaco, a tutti i consiglieri comunali e agli uffici competenti del Comune di Tarquinia, Confcommercio e Confesercenti hanno evidenziato come l’Amministrazione non abbia convocato il confronto con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative e firmatarie dei contratti collettivi nazionali del turismo, nonostante il D.Lgs. n. 23/2011 preveda esplicitamente questa necessità. Questa omissione costituirebbe un grave vizio procedurale che mette a rischio la legittimità stessa della delibera.

Oltre al profilo di legittimità, le associazioni sottolineano l’insostenibilità operativa di un’introduzione già per il 2026. Le strutture ricettive lavorano su programmazioni annuali e hanno già definito contratti e tariffe. Introdurre un nuovo costo a stagione ormai pianificata creerebbe il caos contrattuale e gestionale.

Per queste ragioni, Confcommercio e Confesercenti chiedono formalmente la sospensione immediata dell’iter di approvazione e la convocazione urgente di un tavolo di concertazione per trovare una soluzione che, nel rispetto della legge, tuteli sia le esigenze del Comune che la rappresentatività delle associazioni di categoria e la competitività delle imprese del territorio di Tarquinia.

 

Confesercenti provincia Viterbo – Confcommercio Lazio Nord Viterbo

 

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