Sant’Eusebio: la piccola basilica sulla via Francigena con il più antico Albero della Vita

La piccola chiesa romanica di Sant’Eusebio nel comune di Ronciglione situata su una stradicciola della via Francigena è una parte interessante di una Tuscia da scoprire. L’occasione propizia per farlo è arrivata nella mattinata di domenica 19 febbraio, grazie alla visita guidata organizzata dalla delegazione FAI Viterbo, diretta da Lorella Maneschi.
Si sono aperte le porte di questo piccolo scrigno, carico di una storia affascinante accuratamente raccontata da una guida speciale, l’Arch. Pietro Lateano, che da anni si occupa del suo restauro conservativo, pur tra mille difficoltà, sostenuto da una passione che filtra dalle parole che scandiscono la narrazione, arricchite da qualche bel vocabolo viterbese. Tra noccioleti e querce, si erge la chiesetta romanica di Sant’Eusebio, risalente al VII-VIII secolo. Il complesso è formato da due manufatti distinti tra loro. Il primo è il sepolcro risalente alla seconda metà del IV secolo d.C. che Flavio Eusebio – vicegovernatore della Campania – fece costruire per sé e per la famiglia nei terreni di sua proprietà, come ci riferisce un’iscrizione lapidea. L’altro corpo è costituito dalla chiesa che fu costruita intorno alla sepoltura. L’edificio divenne luogo di pellegrinaggio sin dal VI secolo, probabilmente per l’assimilazione di Flavio Eusebio con l’Eusebio vescovo di Sutri di un secolo posteriore. All’esterno era presente una torre campanaria di forma quadrata che crollò nel 1940. Significativo è l’apparato pittorico decorativo al suo interno, il pezzo forte e senza dubbio la rappresentazione dell’albero della vita, avvalorato da ricerche come il più vecchio d’Europa (1280-1340); spicca per l’eleganza della realizzazione e il gioco di colori, che catturano il visitatore. Alla parete non sfugge un crocefisso dipinto su legno, donazione della regista Liliana Cavani a fine delle riprese dell’ultimo film su San Francesco. La regista ha contribuito a restaurare parte della chiesetta. Dal portoncino d’ingresso, si ammira una bellissima visuale del Monte Soratte che sicuramente annunciava ai pellegrini della Francigena di essere ormai prossimi alla meta. Un grazie ai volontari del FAI per aver concesso l’emozione di scoprire e godere di un altro gioiellino della Tuscia.
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