Santa Barbara la periferia,più protezione meno isolamento

di Eleonora Speranza e Andrea Multari *

Questa non è soltanto una periferia, ma un altro mondo rispetto alla città”, così esordisce don Claudio Sperapani, che dall’agosto 2013 guida la parrocchia di Santa Barbara. Un quartiere nato intorno agli anni Ottanta e che oggi può contare più di dodicimila abitanti. Molto diverso da tutti gli altri che formano il tessuto di Viterbo, soprattutto perché assai diverse sono le sue caratteristiche fisiche e sociali. Un quartiere nuovo che, come tale, presenta tante risorse e altrettante contraddizioni. La parrocchia anche in questo caso costituisce il centro motore, il polo vitale del quartiere in quanto punto di aggregazione e di possibile sviluppo: attività sociali e sportive che diventano parte attiva per trasformare l’esistenza stessa di un agglomerato urbano prevalentemente vissuto da pendolari che non vivono la comunità.

Ecco così nascere e svilupparsi una scuola per il calcio, una palestra, gruppi di ballo, scout- Gruppo VT2 Santa Barbara, grest. E iniziative di successo, come quella della “Festa della ciambella all’anice”, ormai una vera e propria istituzione che accompagna da 30 anni le giornate di inizio giugno, organizzata dal comitato parrocchiale. O la recentissima edizione locale del trasporto della mini macchina di Santa Rosa , giunta con la forza dei suoi  68 piccoli uomini al quinto trasporto. Di ”Miracolo di fede” è ideatore Luca Di Prospero, che ha ripreso il disegno presentato nel 2009 dal padre Gianluca insieme all’architetto Marina Fracasso,  capo facchino Diego Terzoli pure facchino della grande Macchina. La mini macchina rappresenta il vero momento di  coesione con la città, nell’edizione 2018 il Comitato è riuscito a coinvolgere nella costruzione tantissime persone, tra le quali l’IIs liceo artistico Orioli di Viterbo con i suoi studenti. Coesione sociale, senso di collettività, la ricostruzione di un tessuto,  la qualità dei servizi sono le priorità avanzate dai cittadini ripetutamente  agli amministratori locali.  “Una vita di quartiere che indubbiamente sta prendendo coscienza di se stesso”, come sottolinea don Sperapani,  ma che, in qualche modo, viene frenata anche dalla mancanza cronica di infrastrutture e luoghi fissi di intrattenimento. Difficile e inutile andare ad individuare responsabilità, però è sicuramente una colpa non aver pensato per tempo a sollecitare una politica di integrazione coesa con la città. Magari attraverso la piena disponibilità di infrastrutture già esistenti. Il Parco delle Querce di Santa Barbara ha una nuova vita, grazie all’intervento di attivazione dei servizi  avvenuta non meno di un anno fa  da parte dell’imprenditore Sergio Saggini, esempio virtuoso  di imprenditore che ha pure costruito in quel quartiere. Finalmente l’asilo nido comunale, il “Nido a colori”, nel novembre dello scorso anno  è stato dotato di un parco giochi utilizzabile tutto l’anno. Il nido di Santa Barbara, gestito dalla cooperativa Lo Stregatto, ha una capacità di 60 posti.Nel quartiere c’è pure da quasi un decennio  l’ Asilo Nido e Scuola dell’infanzia La Bottega dei Talenti. Tutte le altre scuole primaria e secondaria sono nel confinante quartiere Ellera.

Osservando le nuovissime strade, con sguardo anche distratto, non può immediatamente saltare agli occhi lo sviluppo edilizio abnorme che c’è stato negli ultimi anni e fa parlare di quartiere dormitorio. Forse è una esagerazione. Ma è vero che Santa Barbara deve ancora acquisire una identità collettiva, come è altrettanto vero che la carenza di infrastrutture non aiuta. A inizio febbraio una delegazione di quartiere e rappresentanti dell’amministrazione comunale si sono incontrati per discutere le emergenze e gli interventi da pianificare in tempi brevi: maggiore sicurezza, minor isolamento delle famiglie, più mezzi pubblici, nuovo sistema di circolazione soprattutto su via Porsenna, rifacimento del manto stradale, sistemazione dei dossi pedonali, riqualificazione della zona del Campo Scuola rendendo meno pericoloso un tratto di strada, dotandola di illuminazione e adeguati marciapiedi. Infine, una maggiore presenza della polizia locale. E’ certo che il Comune debba porre– debita attenzione al problema della viabilità da e per il popoloso quartiere di Santa Barbara.

Ma il quartiere presenta anche significativi esempi virtuosi: strutture per praticare il rugby, il baseball, l’atletica e il calcetto. La Union Rugby, è una eccellenza viterbese fin dagli anni Cinquanta, grazie ai numerosi successi ottenuti, tra i quali un primo posto nel campionato italiano di serie B e una doppia, promozione in A. Il Campo Sportivo Scolastico  è pronto a ricevere, dopo la sua recente ristrutturazione, circa 350 atleti e famiglie per un week end all’insegna dello sport. Tornerà ad ospitare il prossimo mese di marzo una manifestazione nazionale di atletica leggera, i Campionati Italiani di Lanci Invernali Master. La società organizzatrice della gara è la Finass Atletica Viterbo, mentre tutti gli aspetti tecnici verranno curati dalla Fidal provinciale con la collaborazione del Gruppo Giudici Gara di Viterbo.

E non mancano testimonianze confortanti di solidarietà sociale. Un esempio? Il primo emporio solidale “I Care” nato nel dicembre 2017 che è impegnato quotidianamente ad aiutare le famiglie in difficoltà economica. Una realtà nata con straordinaria passione. “Garantiamo il diritto di aiutare la persona in ogni aspetto della vita –ripete Domenico Aruzzolo– il principio è “prendi quello che ti serve”,preservando la dignità del soggetto. Egli ha a disposizione una social card valida per sei mesi e rinnovabile per altri sei. E non solo. Gestito da volontari, permette di acquistare generi alimentari e di igiene personale, garantendo nel contempo la dignità di ognuno. Oltre alla possibilità di effettuare la spesa, l’emporio offre anche l’opportunità di usufruire dei servizi di ambulatorio medico e sociale e di uno sportello di orientamento. Circa sessanta le famiglie attualmente convenzionate, che si accreditano alla spesa senza dover pagare. Scegliendo quello che ti serve e non prendendo quello che ti danno si ha la sensazione di essere accolti in una grande famiglia.Da marzo, due giovani potranno coronare il loro sogno di giocare a calcio malgrado la difficoltà economica in cui versano le loro famiglie.Ciò è stato possibile grazie al sostegno della Regione Lazio, attraverso il progetto “Comunità Solidali” , che permette all’Emporio Solidale di offrire  la possibilità a ragazzi appartenenti a famiglie con disagio economico di frequentare società sportive del capoluogo.

Nel quartiere ci sono gli artigiani, i commercianti e gli imprenditori che hanno scommesso su questo territorio non solo per il proprio tornaconto ma anche per offrire opportunità e sviluppo a una zona  ancora non strutturata.

La realtà lascia ben vedere che è evidente il bisogno di rendere la periferia un luogo vivibile a misura appunto di uomo e bambino, a misura di famiglia e ricco di cultura, di miglioramento della viabilità veicolare e ciclo-pedonale, di spazi verdi, di miglioramento e valorizzazione e potenziamento di strutture sportive già esistenti per i giovani e ricreative per anziani. Il Gruppo Quartiere Santa Barbara Viterbo una community di oltre duemila persone molto attiva sulla propria pagina facebook il mezzo diretto per comunicare con il quartiere si chiede: “Ma il quartiere di chi è, se non di chi ci lavora, ci vive e ci passa gran parte della propria vita”?

*Studenti Università della Tuscia Disucom- Dipartimento di Scienze Umanistiche, della Comunicazione e del Turismo

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