Roma–Orte–Viterbo: linea ferroviaria al collasso. Ennesimo disservizio, i pendolari chiedono risposte

La situazione sulla tratta ferroviaria Roma–Orte–Viterbo ha superato ormai da tempo la soglia della tollerabilità. Anche nella sera di mercoledì 29 ottobre l’ennesimo disservizio: il treno delle 17.27 ha subito un ulteriore ritardo, lasciando i pendolari bloccati all’ingresso della stazione di Grotte Santo Stefano.

Non si tratta di casi isolati ma di una condizione ormai strutturale.
Ritardi cronici, convogli sovraffollati e infrastrutture vetuste: la mobilità quotidiana di chi lavora e studia tra Roma, soprattutto l’alta Tuscia è diventata un percorso a ostacoli. E la percezione diffusa è che la situazione non stia migliorando, anzi peggiorerà con
l’arrivo degli orari invernali.

I pendolari si chiedono: e la politica regionale? È inevitabile interrogarsi sul silenzio, o quantomeno sulla scarsa incisività dei rappresentanti locali seduti in Consiglio regionale del Lazio. Dopo mesi di promesse, tavoli tecnici e comunicati stampa, i pendolari chiedono fatti concreti: investimenti sull’infrastruttura, aumento delle corse, ripristino dei treni veloci, un piano certo e con tempi definiti.

Perché la realtà è chiara, la Roma–Orte–Viterbo non è più semplicemente una linea in difficoltà. È una tratta dimenticata, mentre la Regione Toscana e Regione Umbria hanno reinstradato i propri treni regionali nell’alta velocità, la Regione Lazio è rimasta a guardare lasciando il treno delle 17.27 sulla linea lenta. E mentre i
cittadini ogni giorno pagano in tempo, stress e denaro, la politica deve decidere se continuare a commentare il problema o finalmente risolverlo.

 

Stefano Gasperini
Portavoce linea Roma–Orte–Viterbo

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