Riky De Carolis, lo stupore della magia come strumento educativo

di Laura Pasquini

E pensare che Riky De Carolis la scatola del mago non ce l’ha mai avuta e la prima volta che ne incontrò uno vero fu una grande delusione… Accadde a San Pellegrino, da ragazzino; quel pomeriggio Riky comprò il gioco del semaforo, ma presto lo buttò via, deluso; senza una dimostrazione, senza qualcuno con cui interagire, quello strumento era solo un pezzo di plastica.

Poi a vent’anni ci fu quello che si può definire un incontro del destino: al cinema vede The Illusionist (2006), film molto apprezzato anche dalla critica, dove Eisenheim, il protagonista, sembra riuscire a piegare le leggi della natura alla sua volontà.

“La vita e la morte, lo spazio e il tempo, il destino e il caso… Queste sono le forze dell’universo…

È un’illusione… Ma forse c’è la verità in questa illusione”, si sussurra nel film.

Quelle parole sconvolgono il Riky di allora, che si sente in preda di sensazioni sconosciute, ma stranamente a suo agio proiettando se stesso negli abiti di quel fantastico personaggio.

“Sentivo che quel vestito, proprio il suo, mi calzava a pennello, avevo le palpitazioni e qualcosa dentro di me si sbloccò”.

Esce da quel cinema cambiato ed è questo il momento in cui ha iniziato a occuparsi di magia; per tanti anni un po’ al lato del suo lavoro, anzi dei suoi tanti lavori, perché Riky, seppur molto giovane, si è sempre dato da fare studiando e lavorando contemporaneamente fino ad arrivare a dirigere un ristorante, un buon lavoro dove si guadagna bene.

La magia gli piace tanto e nutre per questa arte una grande curiosità. Se ne interessa e comincia a sviscerarla, ma forse è solo una passione, pensa. Invece diventa la sua vita e studia tanto, tantissimo, investe soldi per comprare i libri, i giochi e tutti gli strumenti del mestiere, ma non ha un pubblico con cui condividere questa passione, che vissuta da solo, rischia di morire.

La possibilità di esibirsi gli venne offerta dall’Andrews Pub, dove lui si propone per divertire gli ospiti con giochi al tavolo e le carte, ma vista la sua forte presenza scenica e la sua capacità di intrattenere, finisce presto col fare dei veri e propri spettacoli e gestire l’intera serata della domenica sera.

Si butta Ricky, con l’adrenalina alle stelle, senza aver mai fatto prima alcuna esperienza del genere, ma incredibilmente, si sente autentico, vivo.

“Il mago è come un attore che interpreta le vesti del mago, appunto; io nella vita di tutti i giorni mi sento un attore che interpreta una vita normale, ma nel momento in cui performo come mago, mi sento me stesso”.

Essere in linea con i propri desideri è quello che tutti sogniamo e dovrebbe essere la priorità nella vita, ma non tradire se stessi ha sempre un prezzo e a volte costa molto caro.

Due anni fa Riky, oggi trentatreenne, compie una scelta coraggiosa dettata dall’ardore che caratterizza la gioventù: si licenzia da un lavoro sicuro, ma che non era la sua vocazione, e sceglie di essere felice, abbandonando, per una volta, la ragionevolezza.

Vuole vivere e regalare emozioni Riky, e forte della sua esperienza più che decennale nei locali e del consenso della sua famiglia, sente che non sta facendo un salto nel vuoto perché ha visto le sue potenzialità, negli anni è cresciuto come mago ed ora è riconosciuto come un professionista molto richiesto. Sì, è quello che è giusto fare, lo conferma l’entusiasmo che ritrova ogni giorno nonostante il periodo difficile che stiamo vivendo.

Ci ha talmente catapultati nel suo mondo Riky che proviamo a carpirne  qualche segreto. Suggerimenti ed effetti magici, non si sa mai….

Cominciamo dalla entrata in scena rappresentando l’esperimento…

E’ fondamentalmente la comunicazione, una dimensione complessa, che integra la psicologia e vere e proprie tecniche di linguaggio e lettura del pensiero, di programmazione neurolinguistica (Pnl) e linguaggio verbale e non verbale, oltre a tecniche di mentalismo e condizionamento legate a una gestualità particolare, che confluisce nel fascino de “il gesto magico”.

Per riuscire a togliere il fiato agli spettatori durante lo spettacolo dov’è il trucco?

Il trucco c’è sempre, naturalmente, e tutti, applicandosi, possono riuscire a padroneggiare la tecnica. Io non ho poteri soprannaturali, ovvio. I miei sono spettacoli di illusionismo dove mescolo un po’ tutte le varie arti della magia… Numeri da scena con le carte, con gli anelli cinesi, le bolle di sapone… Sono illusioni… Ma la parte finale dei miei spettacoli si incentra sul mentalismo, che è la mia vera vena artistica.

Spiegaci il mentalismo con parole semplici…

E’ un campo vasto, è ipnosi che non significa dominare la mente di qualcuno. È il  soprattutto linguaggio verbale, perché sono le parole che influenzano moltissimo le persone. Le parole sono fondamentali, riescono a condizionare fortemente, specialmente insieme all’atto del toccare alcune parti del corpo. Tutti possono farlo riuscendo a padroneggiare le tecniche. Personalmente amo questo mestiere perché riesco a enfatizzare le capacità di chi gioca con me… E insegnare la magia è ciò che più mi affascina, l’aspetto del mio lavoro che mi dà più soddisfazioni.

Insieme a Stefano il Mago di Tuscania e al Mago Giò, hai creato la prima Scuola di Magia a Viterbo, per bambini dai sei anni in su e adulti, che ha riscosso molto successo proprio nel momento più difficile del Covid… 

La paura più grande dell’uomo, oltre a quella della morte, è parlare in pubblico; e io vedo bambine e bambini timidissimi trasformarsi sul palco davanti a una platea, diventare spigliati e godere nel sentire che stanno regalando emozioni, che l’applauso è per loro… E questa è una vera magia, è lo stupore che nasce dopo. E’ un momento in cui grazie al Gioco e alla Magia si dimostra di saper fare qualcosa di cui gli altri non sono capaci, il riflettore illumina solo te, vestito elegantissimo, “vestito da Mago”… La voglia di mettersi in gioco aumenta la fiducia nella propria persona, il carisma personale.

L’Arte in tutte le sue forme è da sempre la Maestra più gentile.

Resta il dubbio, se tutto sia veramente solo un’illusione. Ma in fondo sono le sue esibizioni, quasi “informali” se vogliamo, che  rendono reale ciò che Riky De Carolis fa tra stupore e risate con uno stile inconfondibile: il suo.

 

 

 

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