La scuola è il luogo dove ognuno trascorre buona parte della propria vita, il posto in cui nascono le prime amicizie, nella scuola dell’infanzia, il luogo dove ognuno mette in evidenza le proprie capacità intellettive, in particolar modo durante la scuola elementare, il luogo dei primi amori durante l’adolescenza, e dunque il posto dove si cresce, si matura e dove ciascuno si mette in confronto con la realtà in tutte le sue sfaccettature.
Proprio la scuola rappresenta per il sordo una delle tante difficoltà da affrontare, perché si ritrova immerso nel mondo degli udenti, che non conoscono e non “capiscono” la sua realtà, e ciò – spesso – lo espone al rischio dell’abbandono scolastico.
L’Ente Nazionale Sordi Sezione Provinciale di Viterbo, con la preziosa collaborazione del LabForm (Laboratorio Formazione Insegnanti) dell’Università degli Studi della Tuscia, impegnata da tempo in attività di inclusione, ha avuto la possibilità, per la prima volta, di partecipare attivamente a un’edizione del TFA sostegno (Tirocinio Formativo Attivo – percorso di specializzazione per il sostegno didattico agli alunni con disabilità – IX edizione), nell’ambito del Laboratorio di didattica per le disabilità sensoriali. Le attività integrative, articolate su tre incontri, hanno coinvolto circa 50 insegnanti della Scuola Primaria, con l’obiettivo di approfondire il ruolo cruciale del linguaggio non verbale nella comunicazione didattica e, in questa cornice di riferimento, esplorare ‘da vicino’ il mondo delle persone sorde, le loro esigenze e le loro capacità comunicative e, non ultimo, il valore inclusivo della LIS (Lingua dei Segni Italiana). L’analisi delle dinamiche non verbali e l’apprendimento delle basi della LIS hanno focalizzato l’attenzione dei tirocinanti sulle diverse dimensioni e forme della comunicazione, spesso implicite e opache, che, se utilizzate e orientate consapevolmente possono contribuire a rendere l’ambiente educativo più accessibile, inclusivo e attento alle differenze.
Durante gli incontri, Andrea De Santis, presidente della sezione provinciale ENS VT, ha presentato l’ente e le sue finalità illustrando le modalità di sostegno che offre sul territorio, alla comunità dei non udenti e le loro famiglie, e le iniziative di promozione sociale.
La dott.ssa Maria Fornario, psicoterapeuta e assistente alla comunicazione LIS, e la dott.ssa Serena Rosaria Conte, docente LIS non udente, hanno animato gli spazi dedicati alla comunicazione non verbale e alla sordità, proponendo diverse attività esperienziali e interattive che hanno dato ai tirocinanti, una volta incoraggiati a mettersi in gioco, l’opportunità di addentrarsi in uno spaccato della realtà dei sordi e di verificare come sia necessario l’impegno reciproco per promuovere e sostenere una comunicazione efficace. La stessa Conte ha sottolineato come i sordi usano gli occhi per ascoltare e le mani per parlare: non sentire non implica deficit cognitivi e la lingua dei segni è una vera e propria lingua che rispecchia la cultura di appartenenza. Durante le attività di ‘drammatizzazione non verbale’, mimico-gestuale, monitorate dalla dott.ssa Conte è emerso con evidenza come la comunicazione non verbale – gesti, espressioni facciali, postura, contatto visivo, ecc. – possa influenzare significativamente la comprensione e la percezione del messaggio, e che nella LIS tale comunicazione non è solo un aspetto accessorio, ma è parte integrante del messaggio stesso che aggiunge dettagli, enfasi e sfumature al significato espresso dai segni.
Contestualmente, la coordinatrice del TFA sostegno, dottoressa Patrizia Sibi, e la docente titolare del laboratorio, dott.ssa Donatella Visceglia, hanno orientato la riflessione dell’aula sul ruolo della comunicazione non verbale nella vita di tutti i giorni, di come sia fondamentale per l’interazione e l’inclusione in classe e come spesso venga sottovalutata o fraintesa.
L’esperienza ha evidenziato come l’incontro tra LIS e comunicazione non verbale sia fondamentale per comprendere appieno il significato di un messaggio in contesti di inclusione di persone sorde o con difficoltà uditive.
Comunicare con il corpo, con uno sguardo, con una carezza, significa abbattere il muro delle difficoltà di chi vive senza uno dei cinque sensi, e riconoscere la vitalità e il sorriso di chi ascolta con gli occhi. Con le parole della dott.ssa Fornario: “Tutti dovremmo imparare la metafora del Volo Libero, lasciandoci guidare dalle nostre sensibilità e competenze, per cogliere l’unicità di ogni alunno, valorizzando le sue diversità e potenzialità: esplorare per conoscere, e non per classificare le persone”.

























