Proseguono gli incontri di Fratelli d’Italia con Confagricoltura e Cia sul futuro agricolo della Tuscia

Proseguono gli incontri tra Fratelli d’Italia e istituzioni territoriali.

Dopo Coldiretti Viterbo, è stata la volta di Confagricoltura Viterbo-Rieti con il presidente Remo Parenti ed il vice Bettina Sabatini e Cia Viterbo, con il presidente provinciale Sergio Del Gelsomino ed il presidente regionale Fabrizio Pini che si sono confrontati con il deputato FdI Mauro Rotelli, il consigliere provinciale Gianluca Grancini, l’assessore ai Lavori Pubblici di Viterbo Laura Allegrini e Pietro Narduzzi, responsabile dipartimento agricoltura Fratelli d’Italia – Viterbo.

Al centro del dibattito le tante le sfide che attendono l’agricoltura della Tuscia, un’agricoltura sana e incentrata sulla ricerca, sullo sviluppo e la giusta sostenibilità che, nell’attuale periodo storico, diventano elementi fondamentali per l’economia e la vitalità del nostro territorio.

Il settore agricolo di casa nostra, in continua evoluzione ,come dimostra l’avvento di nuove cultivar, rectius la mandorla, può vantare eccellenze uniche al mondo che devono essere tutelate in tutte le loro forme.

E’ importante, ragionando per questa via, la realizzazione di un pensiero condiviso, accompagnato da una rappresentanza della provincia in tutte le sedi, che possa porre al centro dell’attenzione la tipicità dei nostri prodotti agroalimentari e delle nostre tradizioni (si pensi anche alla pastorizia, tanto per fare un esempio).

In tal senso, è indispensabile continuare a contrastare progetti europei, come il Nutri Score, che rischiano di penalizzare definitivamente il settore nazionale e locale.

A tal proposito, si dovrebbe favorire un sistema di etichettatura che vada incontro alle vere esigenze della salute dei consumatori. Inoltre, per aiutare l’agricoltura della Tuscia è necessario comprendere l’intima connessione che esiste tra sostenibilità ambientale e ricerca scientifica.

Esistono attualmente tipologie di lavoro all’interno del comparto che tengono in alta considerazione gli odierni standard ambientali. Non sarebbe sbagliato soccorrere le categorie del settore agricolo con piani normativi realmente efficaci, proponendo soluzioni idonee per il superamento di annose questioni.

Infine, si dovrebbero risolvere le difficoltà derivanti dalla proliferazione dei cinghiali.

Possiamo vantare uno dei territori più belli d’Italia e vincere queste sfide significherebbe lasciare una Tuscia migliore ai nostri figli e ai nostri nipoti.

 

Pietro Narduzzi – responsabile dipartimento Agricoltura Fdi

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