Premio Accademie, Biennale di Viterbo

La visibilità è senz’altro uno degli step necessari per iniziare a fare i primi passi sulla scena artistica.
Avere un pubblico, un interlocutore è anche lo stimolo per creare, approfondire e mettere in discussione il proprio fare. In questo senso il concorso artistico ha un suo motivo di esistere. Poi se a questo ci aggiungi chi è capace di portare avanti questo pensiero,
l’Accademia, artisti che vogliono insegnare quello che hanno approfondito nella loro carriera e che li ha portati ad insegnarla, meglio ancora.
Così è nato il Premio Accademie, arrivato alla settima edizione e facente parte della Biennale di Viterbo, curata sapientemente da Laura Lucibello.
In questa occasione partecipano gli allievi delle Accademie di Belle Arti di Frosinone, Accademia di Belle Arti di Napoli, Accademia di Belle Arti di Palermo, Accademia di Belle Arti di Roma, Accademia di Belle Arti di Torino, Accademia di Belle Arti di Urbino,
Accademia di Belle Arti di Viterbo.
Una ricognizione quasi naturale di giovani artisti che partecipano e che cominciano ad affacciarsi sulla scena artistica italiana.
Privilegiare i giovani emergenti e creare le condizioni perché abbiano visibilità, sovvenzionare la loro crescita creativa è investire nel futuro.
La grande responsabilità che abbiamo noi in questo senso è cercare di dare un senso alla poetica e all’ esperienza di ogni singola persona che si affacciaall’arte e che ci fa assumere i vari ruoli di mediatore,scopritore, artefice, lettore, regista, traduttore epromotore di quello che sarà poi rappresentato.
Il loro personale bagaglio culturale, le loro letture, le loro tradizioni, le loro aspettative, la versatilità dell’uso di risorse impensabili, questo è il mix vincente.
Avendo avuto la possibilità di osservare il sistema, ho maturato dei convincimenti che credo possano essere condivisi.
Ho pensato la mia selezione come se avessi dovuto costruire un’esposizione in cui creare un’occasione unica, mostrare un’arte già pronta a navigare versonuove frontiere. Perché l’arte e la contemporaneitàsentono -mai come in questo momento- la necessità
di sperimentare ed affrancarsi dalle gabbie di unanormativa culturale e sociale che dispone falsi bisogni,falsi valori, volti solo e semplicemente ad attuare un controllo costante dell’immaginario.
E poi chi ho scelto? E poi chi abbiamo scelto?
Artisti accomunati dalla volontà di esprimere lo spirito del nostro tempo con un corpus lavorativo coerente.
Perché si è convinti che l’unica arte che sopravvivrà sarà l’arte progettuale capace di fare confluire, con grande tenacia e perseveranza, un pensiero che
s’impone scavalcando il sistema.

*Curatore
Sipicciano Settembre 2022

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