Pet therapy: come funziona e quali sono i suoi benefici

di Chiara Sordini*

Chi di voi ha un peloso in casa sa bene quanto possano essere “terapeutici”, a volte, una coda che scodinzola, le fusa di un gatto, il lancio di una pallina o una passeggiata col proprio cane. Aiutano a migliorare l’umore, a dimenticare una giornata andata male, a superare le paure e le insicurezze, perché gli animali non giudicano e non criticano. Inoltre, “costringono” i loro padroni a quelle uscite quotidiane, che non tutti farebbero (soprattutto anziani e persone con qualche problema di salute), ricavandone quindi anche benessere fisico.
Questa abilità terapeutica degli animali è nota ormai da anni ed è il cardine della Pet Therapy.
Pet Therapy è il nome più comune con cui sono conosciuti gli IAA, o Interventi Assistiti con gli Animali. Questi nascono dalla consapevolezza che la connessione con il mondo della natura e degli animali permette all’uomo di fare esperienze arricchenti, gratificanti, che portano serenità e tranquillità. Gli interventi assistiti si sviluppano attraverso percorsi educativi, riabilitativi e terapeutici gestiti da equipes specialistiche. Queste, formate da psicologi, educatori, medici, fisioterapisti, logopedisti, veterinari e collaboratori dell’animale, hanno la responsabilità della presa in carico del paziente e del benessere animale.
La relazione uomo-animale è mediata dalla comunicazione corporea. L’autenticità della comunicazione è una garanzia di accoglienza, di stabilità emotiva e non di giudizio. L’animale con la sua presenza contribuisce alla terapia, all’educazione e al benessere dell’uomo.
Per quanto riguarda la Pet Therapy l’Italia si è qualificata rispetto a moltissime nazioni perché è l’unico paese ad avere delle Linee Guida Nazionali volute dal Ministero della Salute e dal Centro di Referenza per gli IAA.
Anche a Viterbo ci sono dei centri qualificati cui le famiglie possono rivolgersi.


Il termine “Pet Therapy
” è stato foggiato nel 1953 in America da uno psichiatra infantile di nome Boris Levinson e designa oggi una serie complessa di interventi volti a migliorare la salute psicofisica dell’uomo e basati sull’utilizzo del rapporto uomo-animale. In realtà, l’uso degli animali da compagnia (pets) come supporto ad altre forme di terapia affonda le sue radici in tempi molto lontani: una forma storica di terapia con gli animali è quella che veniva utilizzata già da Ippocrate il quale consigliava, per combattere problemi d’insonnia, di mancanza di energia e sintomi legati allo stress, una forma molto spontanea e destrutturata di quella che oggi è l’ippoterapia. Quest’ultima è stata sperimentata nel diciannovesimo secolo anche in Francia per supportare efficacemente la riabilitazione di portatori di handicap neurologici, ma ancora prima altre forme di utilizzo degli animali per migliorare le condizioni di salute dei pazienti sono state rintracciate in altri paesi in cui, soprattutto cani e gatti, riuscivano spontaneamente a produrre il miglioramento dell’umore di persone con problemi psichici.

*La dottoressa Chiara Sordini vive e lavora a Viterbo. Si è laureata presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Perugia, luogo dove ha prestato tirocinio in una clinica per piccoli animali ed animali esotici. Tornata a Viterbo per un periodo si è occupata anche di animali da reddito. Da circa sei anni incentra il suo lavoro sugli animali da compagnia ed esotici; e da due anni anche sugli animali selvatici in collaborazione col CRAS di Viterbo. Da qualche anno ha intrapreso la specializzazione nel campo dell’ecografia.
Per consigli potete contattarla: sordini.chiara@tiscali.itredazione@tusciaup.com

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