Padrenostro di Claudio Noce, il coraggio e l’amore di un padre agli occhi di un figlio

di Nicole Chiassarini

Padrenostro è il nuovo film di Claudio Noce che racconta la sua storia familiare proponendo un bellissimo e forte ritratto del rapporto tra padre e figlio. Il film è stato presentato in concorso a Venezia77, ottenendo un grande apprezzamento della critica.

Siamo a Roma, nel 1976. Il piccolo Valerio Le Rose (Mattia Garaci), un bambino di appena 10 anni, assiste inerme ad un attentato terroristico da parte dei NAP nei confronti di suo padre, Alfonso (Pierfrancesco Favino), vicequestore della Capitale. Valerio non ne parla con nessuno, ma da quel momento la propria vita cambia radicalmente, consumata da un forte senso di paura e dal perenne stato di allerta.

Valerio è provvisto di una fervida immaginazione e i suoi amici immaginari trovano, così, una materializzazione nella figura di Christian, ragazzo poco più grande, ma meno spaventato dalla vita.

Con Padrenostro, il regista Noce affronta una pagina straziante della propria vita, quando suo padre fu vittima di un attentato proprio come Alfonso Le Rose, attraverso lo sguardo di un bambino e alla deformazione della realtà che può applicare alle circostanze che lo spaventano.

Mettendo da parte i fatti di cronaca – presenti in pochi bollettini durante la pellicola – e le ricostruzioni storiche, Noce adotta il punto di vista di Valerio, mostrando i risvolti profondi che avvengono nella sua mente dopo un’esperienza così terribile.

Claudio Noce, così, ci disarma mostrandoci una storia del tutto diversa dal solito, dove gli adulti sono incomprensibili e quasi caricaturali, sussurrano e pronunciano frasi vaghe per rendere il loro mondo ancor più impenetrabile. Il padre Alfonso, inizialmente visto come un eroe e una guida su cui fare affidamento quando si ha bisogno, con sembianze mastodontiche e immensi primi piani, diventa, dopo la vicenda, più piccolo e ferito.

Pierfrancesco Favino, nel ruolo del padre di Valerio, ci regala un’interpretazione magistrale, vestendo i panni di un uomo forte e silenzioso, severo ma capace di mostrare il sui lato tenero. Una figura enigmatica, carica di nostalgia e rispetto, filtrata dagli occhi del figlio di dieci anni.

Una performance che lo ha portato a vincere la Coppa Volpi al festival del cinema di Venezia per la migliore interpretazione maschile, che chiude per l’attore un 2020 straordinario dopo il successo di Hammamet e Il Traditore.

La fotografia rispecchia perfettamente i ricordi e l’immaginario di un bambino, infatti risulta molto vivace e a tratti caricaturale.

Claudio Noce, in questo film di successo spiega come i grandi avvenimenti storici possano influenzare le storie più piccole, o meglio, dei più piccoli; ma anche l’importanza di avere delle radici solide, capaci di sorreggerci nei momenti di crisi, proprio come Alfonso fa con Valerio.

Padrenostro di Claudio Noce è un film che si distingue totalmente dalle linee narrative a cui siamo abituati. Lo sviluppo attraverso i ricordi di un bambino può risultare inizialmente disorientante, ma questo si trasformo in un punto di forza che manda avanti una pellicola coraggiosa, immensa e straziante; capace di portare a una lunga riflessione mentre sullo schermo scorrono i titoli di coda.

 

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