Nella notte di Viterbo risplende solo la luce di Gloria

E’ accaduto come sempre che quella pioggia caduta incessante dal mattino, all’improvviso sia cessata e tutto ha avuto inizio. “E’ stato il Trasporto del Ritorno alla Festa, mi piace di più di Ripartenza, ha affermato Cristina Pallotta, capo ufficio stampa del Comune di Viterbo, che insieme a Pierluigi Vito ha condotto la diretta di sabato sera, lei in esterna  e lui da studio insieme agli ospiti, Don Emanuele Germani, e Gianluca Zappa.

51 quintali e 34 kg. di peso, (dieci in meno) alta 28 metri portati a spalle da 113 Facchini, divisi in ciuffi, spallette, stanghette, facchini  di spallette aggiuntive.

E’ bellissima Gloria, è mistica quanto elegante. Il suo ideatore l’architetto Raffaele Ascenzi ne è il padre, che l’ha saputa rendere unica oltre che per l’estro artistico, per l’amore per il dettaglio come quei biglietti sigillati dentro la macchina, che faranno ritrovare  messaggi d’amore e richieste di viterbesi e devoti del ventunesimo secolo.

Sarà l’ultima volta di Gloria, ma il suo ideatore non si fermerà qui. Anche  il vescovo  Monsignor Fumagalli è in attesa del suo successore, avendo toccato la soglia di età  che lo mette in pensionamento. Le sue parole in Processione giovedì sono state una implorazione ai Viterbesi ” Amate Santa Rosa, Amate Viterbo”.

La Macchina ha avuto quest’anno come madrine due campionesse: Ludovica Delfino, viterbese doc e Sveva Melillo, viterbese di adozione, al primo trasporto della Macchina. Per Ludovica Delfino è stata: “Una delle riconoscenza più grande che ho avuto da Viterbo”.

Anche a distanza ci si trova uniti, pure il campione Leonardo Bonucci ha voluto lasciare in un video messaggio la sua vicinanza: “Portate in alto la nostra Rosa, ricordiamoci che semo tutti d’un sentimento”.

Alla base di Gloria, per mano del tedoforo, è stata posizionata la fiaccola  dei Runner, il punto luce che da ben 6 anni porta messaggi di solidarietà in luoghi diversi, quest’anno sono stati scelti i luoghi dell’esilio di Rosa.

L’ultima testimonianza è di Suor Francesca Pizzaia, che ammette “Ogni giorno che passa mi convinco che essere custode della Santa sia una grazia grande”. Oggi il Santuario è aperto e in tanti vi entrano.

Il percorso si chiude in quel tratto di 700 metri circa in più in quella via Marconi dove in questo Trasporto si è svolta la “girata”, poi il ritorno a Piazza Verdi e la volata finale sulla salita di via Santa Rosa, il motore umano dei facchini dimostra forza prontezza resistenza, sacrificio condensati in tanta, tanta fatica.

E alla fine l’ultima sorpresa dei Facchini,  un fuori programma di fronte alla Basilica  con l’ultimo “Sollevate e fermi “dedicato a Baffino e Taratufolo i colleghi che non ci sono più.

L’ovazione non esclude l’inedito con la sindaca Frontini sollevata dai Facchini.

Frontini sollevata dai Facchini

Foto di Massimo Luziatelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Macchina di Santa Rosa da questo anno è in capo direttamente al sindaco, ha detto il vice sindaco Alfonso Antoniozzi, “l’emozione,  io faccio il cantante lirico da quaranta anni ho imparato a non poterla permettere, poi quando vado a casa mi sciolgo”.

Si chiude un trasporto in cui quella parola “Tutti d’un sentimento” non arriva per caso.

Un evento che compie la magia di unire una città, almeno per il periodo della festa.

Adesso lo spettacolo si sposta a piazza della Rocca.

 

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