“Narratori di comunità”sul sagrato del santuario di Santa Rosa

Master Dibaf-Unitus, “Narratori di comunità”. Dopo una partenza davvero sprint nello scorso weekend, questa settimana tocca al modulo II.Venerdì 30 tappa tutta viterbese, con appuntamento alle 15 sul sagrato del santuario di Santa Rosa. Il tema? Valore identitario e patrimonializzazione Unesco della macchina (ma anche della “sua” Rosina, la santa giovinetta). Inedita lezione itinerante di Massimo Mecarini, presidente del Sodalizio dei Facchini, a ritroso sul percorso della macchina stessa.

La passeggiata, riservata agli apprendisti narratori, ma aperta al pubblico, si concluderà nella ex chiesa della Pace in piazza Concetti (sede delle fatidiche prove di portata) dove Mecarini stesso, il sottoscritto e Marco D’Aureli di Banda del racconto presenteranno la nuova fatica editoriale dell’antropologo di origini viterbesi Antonio Riccio (a suo tempo autore delle schedature tecniche per la candidatura al prestigioso riconoscimento Unesco): “Santa Rosa e i viterbesi”, La Caravella editrice. L’incontro sarà aperto al pubblico.

Sabato primo dicembre l’attività didattica si sposterà invece a Vetralla. Protagonista Davide Ghaleb, storico fiancheggiatore di Banda del racconto e docente nel master per ciò che riguarda “fotografia e narrazione”.

Appuntamento alle 9 in via Roma 41, al pian terreno di palazzo Paolocci (noto fotografo e illustratore a cavallo tra XIX e XX secolo, di origini vetrallesi), aula per un giorno la prestigiosa sede (elegantemente affrescata) della casa editrice. Nel corso della mattinata gli apprendisti svolgeranno un workshop integralmente en plein air, fotografando e ascoltando storie per vicoli e piazze del centro storico.

A seguire, pranzo “narrato” in casa editrice e lectio indoor sul tema “Il tempo del basilico e quello del foto-racconto”, sempre a cura del Santissimo editore.

Così Davide Ghaleb, a proposito di una giornata suggestivamente imperniata sulla sinestesia (visioni, profumi, sapori) e su un elogio del tempo lento: “Si svilupperà in due fasi, camminando e osservando la Vetralla ‘indifferente’, la Vetralla ‘maledetta’, delle figure perdenti di Briobris e della ‘strega’ Donna Laurizia, di Porfirio Fantozzini, morto ammazzato da una sassata in piazza della Rocca; dalle bombe americane che hanno cancellato per sempre persone e monumenti, fino all’oblio di Pietro Canonica, allontanato da vivo e dimenticato da morto da quella stessa comunità cui egli dedicò molta parte della sua feconda operosità. Nella seconda fase si dimostrerà invece come l’immagine possa trasformarsi, con l’aggiunta al contesto visivo di un commento sonoro, in vero e proprio documentario. Si avrà modo di discutere del filo narrativo che lega le storie alle immagini ma anche al nostro modo di mangiare: quindi, dopo un minestrone a km zero (offerto dal produttore Nazzareno, detto ‘Cardellino’), si parlerà di tecniche fotografiche e di teoria dell’immagine, con la possibilità di vedere e toccare apparecchi fotografici antichi, lastre fotografiche di fine Ottocento e conoscere da vicino le immagini di Dante Paolocci, fra i più noti fotografi italiani nella stagione epica delle origini della fotografia”.

Antonello Ricci

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