Mikael Critelli, il farmacista che ha scoperto l’arte come distacco dal quotidiano

Cristiano Politini

Mikael Critelli è un farmacista viterbese da sempre appassionato di disegno e pittura. Negli anni ha sempre disegnato, ma il suo percorso di vita e di studi si è indirizzato su altri binari, il liceo scientifico prima e la laurea in Farmacia poi. Però, l’arte è rimasta sempre al suo fianco accompagnandolo con schizzi e piccoli bozzetti nelle pause della quotidianità. Da poco più di un anno Mikael si è messo in gioco guardando a  un nuovo percorso formativo per mettersi alla prova e dare sfogo alla sua vena artistica.

Ce lo racconta nel corso del nostro incontro.

Come Mikael Critelli  ha scoperto l’artista ?

Nella mia vita ho fatto sempre tutt’altro. Il mio percorso di studi non ha mai toccato l’arte, infatti, mi sono diplomato al liceo scientifico e successivamente ho conseguito la laurea all’università di farmacia. Già al liceo, però, la mia vena artistica era emersa e spesso nei momenti di pausa dedicavo del tempo a disegnare vignette e fare degli schizzi. Tutti mi hanno sempre detto di avere una buona mano, per questo ho deciso di rimettermi in gioco.

E’ stato spinto da un’esigenza in particolare?

Non proprio, forse questo percorso è scaturito da una mia voglia personale di mettermi alla prova e di cercare di dare un valore aggiunto alla mia passione per l’arte. Mi sono iscritto a una scuola, l’Ars Artis di Valerio Villani e in un anno e mezzo abbiamo fatto un po’ di lavori.

Cos’è per lei oggi la pittura?

È un’esigenza di isolamento, un’occasione di distacco dalla realtà. Spesso penso alla pittura come una seduta psichiatrica, a una cura. C’è il tempo che si ferma, nasce una sorta di immobilità che mi permette di fuggire dalla routine e che mi consente di dare sfogo al mio estro. Credo fermamente che l’arte sia un momento altro dove esprimere la mia creatività.

C’è l’influenza della tecnologia nell’esprimere oggi ogni forma d’arte?

Per quanto riguarda il mio percorso artistico, il digitale è stato accantonato. Disegno ed esprimo la mia forma d’arte a mano libera. Spesso si sente parlare di iperrealismo, di disegni fatti a mano libera ma che sono come dei disegni fotografici.

Ha una corrente artistica che la influenza in modo particolare?

Non ho una corrente ben precisa. Durante i corsi della scuola abbiamo cominciato con delle cose vicine al realismo, ma poi ci siamo anche mossi verso l’acquerello e il carboncino basato sui segni. Ciò che mi piace della scuola che sto frequentando è che ti forma in vari ambiti.

 Dove si è canalizzato principalmente?

Ho subito l’influenza di più stili. Sono una persona che si annoia con grande facilità e per questo mi piace spaziare e cambiare. Passando da un lavoro a un altro inserisci qualcosa di uno stile e qualcosa di un altro. Per fare un esempio ciò che ti porti dietro del realismo è la precisione della mano, ma poi, mettendo in pratica un altro stile, trovi una fantasia e una elasticità che il realismo non ha.

C’è invece un artista nel quale si immedesima?

Se dovessi trovare un pittore dal quale poter prendere spunto questo è sicuramente Renato Guttuso. È un’artista dinamico e originale che tocca vari stili e non è fossilizzato su una singola corrente. 

La sua mostra recente cosa ha significato per lei?

Ho preso parte alla mostra “Contemporaneamente” organizzata dalla mia scuola e che si è tenuta lo scorso giugno presso il Palazzo della Provincia a Viterbo . Sono rimasto colpito, ma anche divertito nel vedere le mie opere esposte. Il fatto di far parte di una collettiva in una forma  nuova e diversa che si rifà all’arte è interessante e stimolante, ti senti parte di qualcosa che viene messo in atto  e la scuola mi ha dato una grande opportunità. Non ho ancora in mente di organizzare per ora qualcosa di mio, per il momento continuerò  a perfezionarmi , certo di aver intrapreso  una strada che porta necessariamente a un  risultato, quello di aver messo in luce la mia passione.

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