Marco Cima: alla Paralimpidi di Rio 2016 con Vetralla nel cuore

È tra i dieci atleti più forti del mondo nella scherma, arrivato quarto alle Paralimpidi di Rio 2016. Lui è il vetrallese Marco Cima, atleta del Corpo Forestale dello Stato. Dopo l’incidente motociclistico del 2005, Marco ha seguito il percorso di riabilitazione prima a Montecatone presso Imola e poi al Santa Lucia a Roma, dove ha conosciuto il suo primo maestro, Pierino Scarsella, che gli ha fatto da subito amare questa disciplina.

Nel suo palmares ci sono tante vittorie. Oltre a diversi titoli nazionali, sia nella spada che nel fioretto, dove tuttora è Campione Italiano in carica, ha conseguito diverse medaglie importantissime e difficili da conquistare in coppa del Mondo; ma le medaglie per lui più importanti sono quelle conquistate nelle massime competizioni, ovvero l’argento a squadre a Catania 2011, il bronzo individuale al Mondiale Eger 2015 ed il bronzo individuale all’Europeo Casale Monferrato 2016 con relativo argento a squadre.

Fino ad arrivare alle Paralimpiadi di Londra 2012 e Rio 2016, dove in entrambe ha sfiorato il podio. “Il risultato di Rio non è stato facile da conseguire, ma rispetto a Londra 2012, dove ho ottenuto il medesimo risultato con grande soddisfazione, resta un grande amaro in bocca per come sono andate le cose. Infatti ho perso 15-14 per entrare nella finalissima con il cinese Feng, l’atleta più forte che poi è diventato il nuovo campione Olimpico di Rio. Questo quarto posto, pur essendo un ottimo risultato, non ha portato la sospirata medaglia che in fondo mi meritavo, non per altro per la preparazione che avevo. Resta comunque un’esperienza positiva, in quanto rimanere ai vertici non è mai semplice”.

Grinta, determinazione, voglia di mettersi in gioco, di entrare in competizione con se stesso e con gli altri, ma soprattutto lealtà e rispetto. Sono questi i valori che spingono Marco ad affrontare sfide importanti. Valori che secondo lui bisogna portarsi dietro sempre e che lo spingono ad andare avanti. Soprattutto la sua passione: la scherma. “La scherma nella mia vita ha avuto ed ha un ruolo molto importante, perché lo sport in generale ti fa affrontare problematiche che ti ritrovi anche nella vita quotidiana. Il messaggio che vorrei condividere con i giovani che amano lo sport e le sfide più difficili è quello di oltrepassare i propri limiti e le proprie barriere. Andate avanti, sempre. Comunque. Non guardatevi mai indietro, perché il futuro è davanti e dipende solo da voi stessi. Dal mio non mi aspetto niente, perché non mi darà mai niente se io non farò qualcosa. Ciò a dire che il futuro ce lo costruiamo giorno dopo giorno. Se farò bene, portando dietro gli insegnamenti che mi ha dato mio padre, il futuro mi sorriderà. Saluto mio padre, che sicuramente da lassù si sarà divertito vedendomi gareggiare. Ti voglio bene papà”.
Quello delle Paralimpiadi per Marco è stato un percorso di successi e soddisfazioni, dove c’è sotto un grande lavoro di tante persone, sia a livello psicologico che a livello di preparazione tecnica, che ci tiene a ringraziare. “Ringrazio il Club Scherma Roma nel quale mi alleno, nessuno escluso. Lì ho conosciuto dei ragazzi stupendi, eccezionali. Ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa e spero che anche io abbia lasciato qualcosa di positivo. Ringrazio il mio maestro attuale, Elvis Gregory, con cui ho avuto l’onore di allenarmi, egli mi ha insegnato tutto, la tecnica, la grinta e la capacità di affrontare qualsiasi problema. Il gruppo sportivo Forestale dello Stato, che non mi ha fatto mancare niente. I miei compagni di Nazionale con cui ho un rapporto meraviglioso ed infine ma non ultimi, anzi in primis, la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto. Tant’è che mia sorella è diventata ultras della scherma”.

Ma soprattutto ringrazia la sua Vetralla, che da sempre lo sostiene. “Vetralla è un paese stupendo, in primis perché ci sono nato e poi perché ha delle risorse meravigliose. Ma il fiore all’occhiello sono i paesani che ogni qualvolta mi incitano e mi sostengono. Appena sono tornato ho ricevuto tanti complimenti e per questo gliene sono grato. Soprattutto ai miei amici, che mi hanno accolto con una festa a sorpresa”.

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