Lupin sulle orme di Arsenio, a cento anni di distanza l’attrazione è fatale

di Nicole Chiassarini

Lupin – sulle orme di Arsenio è la nuova serie Netflix, ideata da George Kay e François Uzan, e ispirata alle avventure del ladro gentiluomo Arsène Lupin nate dalla penna di Maurice Leblanc agli inizi del 1900.

Assane Diop (Omar Sy) è un uomo che da adolescente dovette assistere all’ingiusta incarcerazione, sfociata in suicidio, di suo padre, accusato di aver rubato un prezioso gioiello dalla casa dell’uomo di cui era un domestico. Ora, molti anni dopo, la collana che sparì all’epoca e che venne in seguito ritrovata, è finita all’asta.

Assane ha intanto architettato un elaborato piano per vendicare suo padre nello spirito delle opere letterarie di Maurice Leblanc, il cui primo romanzo, Arsenio Lupin e la collana della regina, offre lo spunto di partenza alla serie. Assane si mette sulle tracce dei responsabili della morte del padre per fare giustizia, per garantire loro la giusta punizione e smascherare i veri responsabili di un crimine risalente a ben 25 anni prima.

È importante ricordare che Lupin – sulle orme di Arsenio è una serie che vuole omaggiare le avventure di un personaggio tanto famoso quanto amato e in nessun modo è da considerarsi un riadattamento letterario.

Pertanto Omar Sy non è “un Lupin nero”, come molti lo hanno definito, bensì un uomo che fa il possibile per vendicare la morte del padre, anche ispirandosi ai racconti su Arsène Lupin. Si tratta della mossa migliore possibile da parte di Netflix per non rischiare di cadere in un disastro colossale e generare malcontento da parte dei fan di Arsène Lupin e Lupin III.

Nei primi cinque episodi della prima serie, disponibili sulla piattaforma streaming, è facile capire quale sia l’intento degli ideatori. Raccontare una società dove sembrano vincere sempre e solo i più potenti, una critica sociale ai cosiddetti “poteri forti”.

Peccato, però, che troppe cose non tornino. Il problema di fondo della serie è che ha una sceneggiatura troppo superficiale e frettolosa. Le risoluzioni a situazioni complesse sono fin troppo semplici e i personaggi sono totalmente stereotipati. Forse una classica action-comedy francese degli anni ’90.

È difficile fare il tifo per un personaggio che riesce fin troppo facilmente a ottenere ciò che desidera. Complice anche il fatto di avere, come avversari, dei poliziotti usciti direttamente da Scuola di Polizia.

Purtroppo, questo aspetto rende impossibile godere delle ottime doti attoriali di Omar Sy, che nei panni di un ladro proprio non riesce a identificarsi.

In più, anche sul fronte tecnico non c’è niente di speciale. La regia è certo competente, ma fin troppo basica. La location e la fotografia mostrano, invece, quanto la produzione abbia voluto lavorare “a risparmio”.

Le aspettative che vengono a crearsi nel leggere il titolo Lupin – sulle orme di Arsenio, credendo di trovare scene sorprendenti, divertenti e movimentate, non vengono soddisfatte. Al massimo ci si trova di fronte un’opera da seguire con superficialità, senza prestarvi particolari attenzioni. Un po’ una delusione per un prodotto sul quale il gigante Netflix sembrava aver puntato molto.

Per ora non si può far altro che puntare sulla seconda parte della prima stagione.

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