Il luogo/Le Galapagos nel cuore della Tuscia

Il ricordo che resta del “bosco del Sasseto” o “bosco incantato” nel comune di Acquapendente per chi lo ha recentemente visitato è ancora vivo nella memoria: un luogo magico, fuori dal comune, dove il tempo si è fermato, dove la natura appare nella sua forma più vera ed incontaminata. Un bosco monumentale, una sorta di percorso iniziatico, dato che l’allora proprietario, il marchese Cahen alla fine dell’ 800, lo trasformò in una sorta di giardino e alla sua morte vi fu sepolto. Alberi secolari, dalle circonferenze impressionanti, nodosi, verdi muschi e felci antichissime, hanno conteso con i sassi la poca terra disponibile e, dove l’uomo da sempre ha rinunciato allo sfruttamento , vista la difficoltà del trasposto del legname. E’ da qui che nasce la longevità di questo bosco primordiale, relitto di epoche passate. In questa situazione, la biodiversità sì e potuta esprimere seguendo un percorso unico, una sorta di “Galapagos” nel cuore della Tuscia. Vista la l’importanza ai fini scientifici Il bosco del Sasseto rappresenta uno degli esempi meglio conservati di bosco relittuale mesofilo e per questo è riserva integrale, e zona di protezione speciale. Ma meglio di ogni descrizione, commento, foto, è andarci a camminare, con l’ausilio di una guida professionale, che conosce il territorio, e muniti di adeguata attrezzatura. Tempo fa anche l’importante rivista americana National Geographc ha dedicato un dettagliato servizio al “bosco del Sasseto”, vista l’unicità del sito, a conferma dell’importanza che riveste ai fini biologici e scientifici.

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