Lei mi parla ancora, un film onesto con dentro il ruolo di una vita e un Pozzetto strepitoso

Lei mi parla ancora è il nuovo film di Pupi Avati uscito in questo mese di febbraio la Vision Distribution casa produttrice  lo ha venduto a Sky Cinema, che lo trasmette in prima visione assoluta. Il film è liberamente ispirato al romanzo Lei mi parla ancora – Memorie edite e inedite di un farmacista scritto da Giuseppe Sgarbi – padre di Vittorio e Elisabetta Sgarbi – una rievocazione del suo lungo legame con la moglie Caterina Cavallini. Un amore lungo 65 anni e mai finito, neanche con la morte di lei, come scrisse lo stesso autore: «Finché morte non vi separi è una bugia. Il minimo sindacale. Un amore come il nostro arriva molto più in là. E il tuo lo sento anche da qui».

Nella versione cinematografica ritroviamo un Pupi Avati tenero sempre più condensato sulla narrazione del tempo che passa, della memoria che si perde  e delle cose e persone care che ci lasciano. E su questo fronte, Lei mi parla ancora è uno dei migliori film che il regista ferrarese abbia girato. E mette forse la impronta definitiva sulla carriera dell’ 80enne Renato Pozzetto, trattenuto e asciutto in un ruolo di grande pathos. Commozione, è la parola d’ordine di quel ruolo e di questo film. Con un ottimo cast (Isabella Ragonese è Rina da giovane, Chiara Caselli è la figlia di Nino e Rina, editor di successo in una casa editrice, Fabrizio Gifuni è l’aspirante scrittore con la storia della vita sottoposta alla Caselli che promette finalmente di occuparsene se lui in cambio scriverà la storia della vita dei genitori di lei), Lei mi parla ancora è anche un ragionamento sulla memoria.  E’ sempre opportuno renderla pubblica come forma di auto risarcimento dopo anni di sacrifici, gioie, obiettivi raggiunti, lotta infine persa con la malattia? Pozzetto è perfetto nella parte di questo uomo ammutolito dalla scomparsa della donna che dava luce alla sua esistenza, finto burbero con animo romantico come quello di un ragazzino alla prima cotta, con in tasca il segreto donatogli dalla moglie, che porterà con sé fino all’ultimo. Il comico non ha terrore di affrontare il patetico. Ma lo trattiene fino a mostrarne solo un filo. Ed è da tanta disciplina che nasce la commozione vera di un film onesto, riuscito, con dentro il ruolo di una vita. Senz’altro consigliato da vedersi.

    

 

 

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