“Le troiane, la guerra e i maschi”, al Teatro dell’Unione lo sguardo dal futuro sull’universo femminile di Marcela Serli

di Sara Grassotti

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Venerdì 16 maggio, alle ore 21.00, al Teatro dell’Unione va in scena “Le troiane, la guerra e i maschi” – Una re-visione necessaria di Marcela Serli della tragedia “Le troiane” di Euripide.

Partendo dal testo greco del 415 a.C. che narra la distruzione di Troia e il drammatico destino delle donne troiane date in schiave ai vincitori, la regista di origini argentine – tra le protagoniste dello spettacolo insieme a un cast straordinario composto da Eva Robin’s, Caterina Bonetti, Noemi Bresciani, Ira Fronten, Elena Husu e Caterina Simonelli – ha voluto trasformare la narrazione stereotipata del femminile nelle tragedie, anche dando spazio sul palco ad attrici i cui corpi sfuggono alle norme e ai canoni della società occidentale.

Rispetto alla tragedia di Euripide, quale messaggio ha sentito l’urgenza di cambiare o aggiungere nel suo spettacolo?

La revisione è un punto di vista che cambia. Con l’aiuto della grecista e ricercatrice Marcella Farioli, è stato fatto uno studio approfondito sulle figure femminili del testo originale ed è evidente che, essendo state sempre descritte da uomini, come nel caso de “Le troiane”, nel corso dei secoli si siano creati stereotipi che esistono ancora. Una sorta di schiavitù contemporanea, che riguarda tutti, anche gli uomini. Da lì siamo andate più a fondo, inserendo nello spettacolo delle note a margine, che tendono a ribaltare i concetti chiave ma con leggerezza, trasformandolo così in una tragicommedia.

Per i diversi ruoli ha scelto donne che hanno fatto della propria unicità motivo di affermazione. È stato difficile coordinare personalità così forti?

No, il mio primo approccio è stato di dar fiducia alle mie attrici, lavorando teatralmente perché ciascuna sia convinta di potersi calare nei panni di personaggi che possano sembrare distanti, perché la società ci induce a pensare che solo una donna stereotipata e con una bellezza stereotipata possa fare un personaggio tragico. Per esempio, Eva Robin’s interpreta Ecuba, moglie di Priamo, nota per aver dato alla luce numerosi figli… Ma lo stesso vale per Cassandra, profetessa ma reputata da tutti pazza o Andromaca, la cui docilità la relega al solo ruolo di donna di casa… O Elena, totalmente sessualizzata da qualunque regia o interpretazione. Ecco, l’idea è di scardinare e andare oltre questi cliché…

Quale suggerimento vorrebbe rivolgere al pubblico viterbese per far sì che venga a vedere lo spettacolo?

Immaginare che la regia de “Le troiane, la guerra e i maschi” fosse quella di una bambina che viene dal futuro… Una sorta di Greta Thunberg, già pronta a cambiare i paradigmi della società. Anche i costumi e la scenografia hanno un’anima infantile e intima e proprio questi aspetti permettono allo spettatore di ritrovare qualcosa di sé nella storia e di sentire di farne parte.

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Le troiane, la guerra e i maschi
Una re-visione necessaria di Marcela Serli da “Le troiane” di Euripide

La biglietteria del Teatro è aperta dal martedì al sabato con orario 10.00 – 13.00 e 15.00 – 19.00. Aperto anche di domenica, con gli stessi orari, solo in caso di spettacoli o altre attività. Chiuso il lunedì. Prevendita online: www.ticketone.it/event/le-troiane-la-guerra-e-i-maschi-teatro-dellunione-19563218/

Per informazioni: teatrounioneviterbo@gmail.com – 388 9506826

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