La Serpara battezza tre nuove opere: taglio del nastro il 19 maggio

Paola Maruzzi

Il giardino d’arte La Serpara di Civitella D’Agliano continua a crescere e accoglie nuove opere presentate in anteprima sabato 7 aprile. Quest’anno sono eccezionalmente tre le firme coinvolte da Paul Wiedmer, l’artista visionario e l’eccentrico collezionista che in vent’anni ha fatto di quest’angolo dell’Alto Lazio un luogo elettivo di arte e natura.
L’inaugurazione della nuova stagione della Serpara, oggi associazione culturale capitanata da Marco Trulli, è prevista per il 19 e 20 maggio, una due giorni a porte aperte rivolta al grande pubblico per scoprire un museo a cielo aperto che vanta oltre 60 installazioni permanenti e nomi di spicco come Daniel Spoerri, tra i padri del Nouveau Réalisme.
A svelare la nuova geografia della Serpara la giornalista di Radiotelevisione svizzera Sonja Riva che ha moderato l’incontro con gli artisti, James P. Graham, Carmine Leta ed Ettore Le Donne: tre storie diverse, tre poetiche parallele ma legate da un unico filo conduttore, il bisogno di incarnare il messaggio “marginale” dell’arte in un microcosmo perfettamente integrato con la sacralità della natura, con un genius loci dal “sapore ancestrale” come ha ricordato la Riva.
Forbidden Fruit è il titolo dell’opera di James P. Graham, il creativo di origini scozzesi che si è lasciato alle spalle i grattacieli di Londra e una carriera avviata nell’industria pubblicitaria per trasferirsi, a partire dai primi anni 2000, nei pressi Civita di Bagnoregio, dedicandosi completamente all’arte.
“Al centro della mia opera – spiega l’artista – ci sarà un albero di mele, rosse come quelle del paradiso di Adamo ed Eva, attorno al quale costruirò un gabbia, un’impalcatura paradossale che rimanda al tempo stesso all’idea di protezione e di isolamento”.
Ma se da un lato Graham mette in scena il dualismo irrisolvibile della natura, dall’altro mostra chiara la direzione da seguire con un’arte impregnata di attivismo politico e manifestata apertamente dalla sua partecipazione ad “A Plastic Planet”, il movimento che ha portato all’apertura ad Amsterdam di Ekoplaza, il primo supermercato al modo di prodotti plastic-free, ossia con imballaggi realizzati con materiali biodegradabili. “Stiamo lavorando per replicare qualcosa di simile anche a Bagnoregio”, ci anticipa il creativo.
Una gigantesca impronta digitale di tre metri realizzata in ferro è, invece, al centro della scommessa di Carmine Leta, artista emergente con base a Montefiascone. “L’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, il vuoto e il pieno e tutte le contrapposizioni a cui siamo abituati non sono poi così distanti se pensiamo, come suggerisce la fisica quantistica, che non c’è separazione tra ciò che esiste. Ecco che allora ogni limite diventa attraversabile”, è la spiegazione di Leta sulla sua scultura che, non a caso, verrà collocata proprio al confine della Serpara.
Due forme stilizzate di acciaio inox assemblate tra loro e con delle “bruciature” ben in vista guidano il viaggio poetico di Ettore Le Donne per La Serpara. L’artista abruzzese, di Loreto Aprutino, ha realizzato un’opera che definisce “rottame di un naufragio cosmico. Nella mia visione la terra non è che una navicella provvisoria che tende al cosmo. E gli artisti sono tra i pochi ad avventurasi in questo viaggio splendido e forse anche un po’ disastrato”.

Foto di Samuele Vesuvio

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