La disobbedienza civile della Mare Jonio arriva Viterbo

Paola Maruzzi

La Mare Jonio fa tappa a Viterbo. Mediterranea, la piattaforma messa in piedi dalla società civile che ha equipaggiato una nave battente bandiera italiana per prestare soccorso nelle acque internazionali, si racconta questa sera alle 18.00 al circolo Arci Il Cosmonauta (Via dei Giardini 11, a Viterbo). L’evento è aperto a tutti ed è previsto un collegamento Skype con la nave che, salvo condizioni meteo avverse, dovrebbe trovarsi in mare.
A presiedere all’incontro ci saranno Filippo Miraglia, responsabile immigrazione di Arci Nazionale, e Giuditta Peliti, referente dei soci di Banca Etica dell’Area Centro che ha concesso il prestito per avviare la missione Mediterranea.
“Al momento – spiega Miraglia anticipando l’appuntamento di questa sera – abbiamo raccolto donazioni per oltre 300 mila euro in 40 giorni. L’obiettivo è arrivare a 700 mila euro entro Natale in modo da avere una base necessaria per sostenere le prossime operazioni. Gli italiani hanno risposto bene all’appello e ci stanno premiando”.
La Mare Jonio è salpata dal porto di Augusta, in Sicilia, agli inizi di ottobre, diretta verso il Mediterraneo centrale, in quelle acque teatro di tragedie per molti migranti provenienti dalla Libia.
“Dopo che il Governo Lega-M5S ha cominciato a chiudere i porti alle navi delle Ong, la società civile si è mossa per ridare umanità al Paese”, spiega Miraglia. A sposare il progetto Mediterranea sono organizzazioni e realtà diverse (Arci, Ya Basta Bologna, il magazine online I Diavoli, imprese sociali come Moltivolti di Palermo e l’Ong tedesca Sea-Watch).
“Dall’inizio dell’anno ci sono stati più di 2 mila morti in quel tratto di mare – continua Miraglia –. Da quando la Libia ha tracciato i confini della sua zona Sar (Search and rescue), l’Europa si è fatta da parte non sentendosi più responsabile di ciò che accade in quel tratto di mare. Ma in realtà abbiamo scoperto che la Sar libica è un’invenzione burocratica fuori legge. Sappiamo di migranti riconsegnati dalle guardie costiere libica nelle mani dei loro torturatori, di persone finite in centri di detenzione al solo scopo di ricattare le famiglie. Un terribile gioco dell’oca di cui siamo in parte responsabili”.
Testimoniare, documentare e denunciare agli occhi dell’opinione pubblica ciò che nessuno racconta è tra le priorità della Mare Jonio.”Se dovessimo incontrare delle imbarcazioni in difficoltà presteremo soccorso, aiutando le persone a raggiungere il porto più sicuro, come impone la legge. Se il Governo dovesse impedirci di attraccare in un porto italiano potrebbe aprirsi un contenzioso”.
Alla fine dell’appuntamento di questa sera è previsto un aperitivo con sottoscrizione che verrà donata all’organizzazione Mediterranea Saving Humans.
Chi volesse fare una donazione può usare uno dei metodi descritti sul sito di Mediterranea https://mediterranearescue.org/dona/.
Il ricavato della cena a buffet andrà a sostegno di Mediterranea.

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