La Corte Costituzionale annulla il Piano Paesaggistico della Regione Lazio

Nella pianificazione paesaggistica, le Regioni non possono fare da sole ma devono coinvolgere il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MiBact). In particolare, nel procedimento di formazione del piano regionale, è necessario un confronto costante, paritario e leale tra Regione e Stato in funzione di un’intesa di carattere generale che assicuri una tutela unitaria del paesaggio.

È quanto ha stabilito la Corte costituzionale annullando di fatto il Piano Paesaggistico della Regione Lazio. La condotta della Regione è stata ritenuta dalla Corte costituzionale in contrasto con il principio della leale collaborazione. Anche nel procedimento di pianificazione paesaggistica, ha osservato la Corte, “dev’essere raggiunta un’intesa di carattere generale, per assicurare l’unitarietà del valore della tutela paesaggistica al di là dei singoli beni per i quali è previsto l’obbligo di pianificazione congiunta”. Secondo quanto riporta l’ANSA.

A tal riguardo interviene Umberto Fusco, Coordinatore regionale Lega per gli Enti Locali Vice-coordinatore regionale Lega: “La vicenda, nel porre in risalto un evidente problema di natura politica, evidenzia il cortocircuito che la gestione del Partito Democratico ha generato nella vicenda ed il caos in cui si sono trovate ad operare le imprese del Lazio e ancor più le amministrazioni locali. -Auspico che a seguito di quanto avvenuto la Giunta regionale sappia ora proporre, non solo con il pieno coinvolgimento del Ministero, ma a seguito di un reale concertazione con tutti i soggetti interessati, un nuovo Ptpr che sappia offrire una forte ed unitaria tutela paesaggistica e ambientale del territorio regionale”.

Di suo la Regione interviene: “Abbiamo già raggiunto un nuovo accordo col ministero dei Beni culturali, sottoscritto lo scorso luglio, siamo pronti a completare la procedura di approvazione di un Piano atteso nel Lazio da oltre 20 anni”.

 

 

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