La Ciambella di San Michele, a Vitorchiano si punta al riconoscimento di ”Prodotto tipico”

Luciano Pasquini

E’ il valore aggiunto della tradizione,il suo odore già si sente nell’aria in tutto il tratto che serve per arrivare al forno di Vitorchiano.E’ qui che incontriamo il Comitato Festeggiamenti San Michele Arcangelo, composto da volontari del paese, una cinquantina in tutto, che si occupa dell’organizzazione dei festeggiamenti del Patrono, e della preparazione della famosa Ciambella, insieme alla locale Pro Loco. Leggenda vuole, che sia strettamente imparentata con il paese di San Michele in Puglia patria dei “Taralucci”, per via di un parroco trasferito a Vitorchiano il quale insegnò ai suoi parrocchiani, come fare la ciambella. Nella preparazione a posto del finocchietto selvatico, che al Sud è facilmente reperibile in grosse quantità, si preferì sostituirlo con i semi di anice. Fu l’intuizione che diede appeal al prodotto distinguendolo nella sua particolarità. Barbara Egidi presidentessa del Comitato, sta lavorando per ottenere il riconoscimento presso la comunità Europea della denominazione di “Prodotto Tipico”, come già ottenuto per i famosi “Cavatelli” una pasta fresca tradizionalmente fatta a mano con acqua e farina e preparata con un sugo di pomodoro e finocchietto selvatico. La ciambella viene preparata con acqua e farina – circa Kg 125 per 400 ciambelle nella preparazione nella odierna – a cui si aggiunge olio extra vergine di oliva, sale e anice, ha una lunga e laboriosa preparazione con una doppia cottura, prima bollita e poi cotta al forno per farle raggiungere la giusta consistenza, croccante fuori e morbida dentro, si accompagna perfettamente con i vini dolci e profumati della Tuscia. I “Festaioli ” sono i volontari che collaborano alla preparazione della ciambella fin dalle prime ore della mattinata si adoperano presso il locale forno alla preparazione. Alla scadenza del loro incarico, che dura un’anno, devono nominare uno o più successori, che proseguiranno nell’opera di preparare e vendere mensilmente la gustosa ciambella, il ricavato servirà a finanziare la festa di San Michele Arcarcangelo dell’ 8 maggio, giorno in cui si ricorda e onora il Santo patrono di Vitorchiano. La Ciambella è l’emblema della festa per significare una straordinaria testimonianza di inventiva, creatività e gusto del territorio.

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