l capolavoro teatrale di Vahé Katcha fa il pieno al Teatro dell’Unione

Cristiana Lamanna

“La cena delle belve”nell’adattamento di Vincenzo Cerami.Italia del 1943. Occupazione tedesca.Un gruppo di amici si riunisce per festeggiare il compleanno della moglie del padrone di casa. Tutto sembra andare per il meglio. Ci si diverte,si scherza. Il cibo , grazie al mercato nero è in grande quantità, la guerra insomma sembra sia altrove. Eppure un evento, imprevedibile, terribile, sconvolgerà per sempre le loro vite: due ufficiali tedeschi vengono uccisi alle spalle per mano di un componente dei GAP proprio sotto le finestre del loro palazzo.
Per rappresaglia, il capitano delle SS , decide di prendere due ostaggi per ogni appartamento. Solo al momento di scegliere tra quelli presenti alla festa, riconosce nel padrone di casa , il libraio dal quale acquista i libri dei classici greci da lui amati. In virtù di questa “conoscenza” ,concede agli ospiti di scegliere loro chi dovrà seguirlo in via Tasso.
Da quel momento gli amici, metteranno a nudo la loro vera indole, e come belve chiuse in gabbia, faranno emergere il peggio di loro. Ipocrisie, meschinità, rancori. Pronti a compiere le più aberranti azioni, anche concedersi sessualmente al nemico, pur di salvarsi la pelle.
In questo testo, l’autore armeno Katcha , descrive perfettamente la pochezza dell’essere umano e le peggiori nefandezze a cui è capace pur di sopravvivere. In un continuo cambio di umori e di toni, si giunge all’epilogo finale , per nulla scontato e
inesorabilmente sconvolgente.
Ottima prova di tutti gli attori, una intensa Marianella Bargilli, un coinvolgente Maurizio Donadoni, senza tralasciare Gianluca Ramazzotti, Ruben Rigillo, Silvia Siravo, Emanuele Salce e Alessandro D’Ambrosi.
In tema la colonna sonora e precisa la regia associata di Julien Sibre e Virginia Acqua.
Unica pecca: la pessima acustica di un Teatro Unione comunque pieno e che ha tributato agli attori scroscianti applausi finali.

Foto. post Fb  Marianella Bargilli

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