Il restauro del Polittico di Francesco D’Antonio detto il Balletta, un capolavoro del tardo gotico

di Luciano Pasquini

Un capolavoro del tardo gotico il Polittico di San Giovanni in Zoccoli di Francesco D’Antonio Zacchi detto il Balletta, (1441). Oggi 28 Settembre 2020 presso il Centro Culturale di Valle Faul di Viterbo la presentazione del progetto di Restauro che l’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Viterbo,  promuove, (presente l’Ing.Santino Tosini) grazie al finanziamento della Fondazione Carivit di Viterbo, il restauro del grande polittico di Francesco d’Antonio Zacchi, detto il Balletta ( 1441 ) , della Chiesa San Giovanni in Zoccoli, in Viterbo. L’intervento, affidato a Giorgio Capriotti, è sottoposto all’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia , Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, rappresentata dalla d.ssa Federica di Napoli Rampolla. Il Polittico, dipinto a tempera su tavola (firmato e datato 1441) segue a due anni dal completamento del restauro sull’altro grande polittico viterbese del Balletta, nel Santuario di Santa Rosa, offrendo l’occasione per mettere a confronto studi e campagne diagnostiche mirate (a cura dell’Enea) e ad arricchire le conoscenze tecniche e storiche su un capitolo cruciale della pittura locale della metà del XV secolo.

Il cantiere di laboratorio si protrarrà fino alla primavera del prossimo anno e sarà aperto alla didattica del corso di laurea magistrale in Conservazione dei beni culturali dell’Università degli studi della Tuscia e alle visite di istituti scolastici e associazioni culturali della realtà territoriale.

Si tratta di un’opera che nel corso del tempo ha subito vari restauri e perfino atti di vandalismo, si compone dall’assemblaggio di sette assi verticali e di una predella orizzontale. Gli elementi, disposti simmetricamente per ordine di larghezza dall’esterno verso il centro, sono suddivisi al loro interno in scomparti distinti, per un totale di 25 unità figurative. L’essenza impiegata è legno di pioppo. Il polittico mantiene gli originali assetti di incorniciatura, con cuspidi, trafori lobati, pinnacoli, colonnine divisorie, ancora in opera secondo la carpenteria di insieme. L’assemblaggio è garantito da un sistema di traversature orizzontali che attraversano l’intera struttura. Sui fondi campiti con doratura a bolo si stagliano le pitture eseguite a tempera all’uovo, ricche nella gamma cromatica, così come nella modalità di stesura. Sapiente l’uso di velature e sovrapposizioni trasparenti, elaborate con fine gusto calligrafico. Particolarmente raffinata è la tecnica con cui sono ese-guite le vesti in broccato ( comparto centrale con Madonna in trono ) che utilizza stratificazioni complesse di doratura a lamina metallica, meccatura, finitura pittorica, riporto di ornato a sgraffito e punzonatura finale . Si tratta di un linguaggio figurativo attardato allo stile tardogotico di ascendenza senese, più interessato all’equilibrio superficiale di linee e cromie che alla struttura prospettica dei volumi e della fonte di luce.

Le problematiche conservative che hanno motivato l’intervento coinvolgono sia il supporto sia la superficie. Il livello di presentazione estetica le scelte operate nel precedente intervento evidenziano inoltre una certa incoerenza nella molteplicità delle soluzioni adottate . All’interno della stessa lacuna reintegrata coesistono infatti aree risolte a tratteggio verticale, altre a puntinato altre ancora a campitura neutra . Equivoci di lettura interpretativa in sede di re-integrazione, la cui revisione critica legittima una nuova proposta complessiva, per dare all’opera una migliore lettura.

Un lavoro delicato e impegnativo attende gli esperti per riportar l’opera all’antico splendore. Il tratto distintivo di questo intervento è senz’altro la possibilità resa agli studenti dell’Università degli studi della Tuscia di poter partecipare a questo importante cantiere di recupero, con l’apertura alle visite guidate che permetteranno di seguire l’avanzamento dei lavori, svelando un patrimonio poco conosciuto, che tutto il mondo ci invidia. Per accedere alla visita è necessario prenotarsi, nel rispetto della normativa anti Covid.

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