Il Pilastro vuole ripartire: “Sollevate e fermi!”

di Arnaldo Sassi

“Dove eravamo rimasti?” Ha voluto imitare in un certo qual modo Enzo Tortora (che pronunciò questa frase, divenuta poi storica, nel 1987, quando riapparve in tv dopo tre anni di assenza) Massimo Loddo, maestro di cerimonie ieri sera nella palestra del Sacro Cuore al Pilastro, dove è stata presentata la nuova mini-macchina che sfilerà per le vie del quartiere per i prossimi cinque anni.

Si tratta di “Armonia celeste”, perfetta riproduzione della Macchina di Socrate Sensi che sfilò per le vie del centro storico viterbese dal 1986 al 1990 e che segnò una svolta nella gestione dei trasporti, come hanno poi ricordato il presidente del Sodalizio dei Facchini Massimo Mecarini e il presidente emerito Lorenzo Celestini. L’hanno progettata Luca Occhialini e Antonella Servi, che hanno utilizzato una scansione in 3D per ricostruire nei minimi particolari l’originale, servendosi anche dei disegni del traliccio forniti dall’architetto Alfiero Antonini (anche lui presente in sala).

Era gremita la palestra della parrocchia per l’evento. E non mancavano certo i candidati a sindaco (presenti cinque su otto, tanto da poter organizzare sul momento anche una bella Tribuna politica), nonché diversi candidati a consigliere comunale. Ma non si è assolutamente parlato di politica, anzi.

Loddo ha ricordato il forzato fermo dell’evento (per due anni la mini-macchina non è passata) dovuto alla pandemia. “Un male – ha detto – che ci ha danneggiato, come ha danneggiato tutta l’Italia e tante categorie di lavoratori. Ma adesso – ha aggiunto – è arrivato il momento di ripartire. E vedere questa sala piena di gente mi toglie quasi il respiro dall’emozione”.

Poi la proiezione del filmato, che ha rinverdito i ricordi dell’ultimo trasporto di “Spirale di fede” (la riproduzione della Macchina che fu ideata e realizzata da Rosario Valeri, anche lui pilastrino doc), e ha messo a fuoco i particolari della nuova, ancora in  fase di costruzione (del resto al trasporto, previsto per il prossimo 27 agosto, mancano ancora tre mesi).

Un momento particolarmente toccante è stato quello in cui è stata chiamata a ricevere un piccolo omaggio ricordo Maria Gabriella Joppolo, moglie di Roberto, l’artista viterbese ideatore di quella macchina, recentemente scomparso.

Poi è arrivato l’album dei ricordi, con Lorenzo Celestini e Massimo Mecarini, all’epoca entrambi Facchini, i quali hanno rievocato le vicissitudini di quel campanile che, durante il primo trasporto, rischiò addirittura di cadere sulla salita di Santa Rosa. “Era pesantissima – hanno raccontato entrambi – e quando arrivammo alla fine della salita ci fu una mossa sbagliata, tanto che la macchina barcollò pericolosamente prima a sinistra e poi a destra, ma si riuscì a metterla provvisoriamente sui cavalletti. Poi il comando delle operazioni lo prese Nello Celestini (storico presidente del Sodalizio, nonché Facchino e Capofacchino per svariati anni) che ridette il ‘Sollevate e fermi’ e guidò la Macchina fino alla sua destinazione definitiva”.

“Da quell’anno – hanno raccontato ancora Mecarini e Celestini – le cose cambiarono: si decise che la Macchina non potesse essere più alta di 28 metri e non potesse pesare più di 50 quintali. Ma soprattutto fu stabilito che a guidare il trasporto non dovesse più essere l’appaltatore, bensì il Capofacchino. La Macchina insomma. Fu consegnata ufficialmente al Sodalizio”.

A chiudere, gli interventi dell’ex presidente del comitato festeggiamenti Pilastro Angelo Loddo e dell’attuale presidente Stefano Caciola, con una sola parola d’ordine: “Ripartire, ripartire, ripartire”. Il tutto sotto lo sguardo attento di Pino Loddo, storico fondatore del Comitato, praticamente il capostipite di una generazione pilastrina destinata a durare ancora a lungo.

 

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