Il libro/“Una momentanea eternità” il viaggio in una terra straniera di Marco Scataglini

Un progetto che diviene un libro, è la interessante sorpresa resa ai cultori appassionati dal fotografo scrittore Marco Scataglini.

Da oltre cinque anni Marco Scataglini gira per l’Italia centrale, tra Toscana, Lazio e Umbria in cerca di siti abbandonati, casali diruti, città morte, necropoli di antichi popoli, segni del passaggio della Storia, graffiti, cippi confinari, tutto un mondo che ha un’anima da mostrare, e storie da raccontare.
Storie minime, storie che nessuno si prenderebbe la briga di raccontare, altrimenti.
Ci son molti modi di guardare a una testimonianza del tempo che passa: c’è il modo dello scienziato e del ricercatore, in particolare dell’archeologo, che tenta di interpretare un luogo per trarne informazioni e insegnamento; c’è il modo del poeta, che se ne serve per raccontare, attraverso quel luogo, lo spirito universale; e c’è il modo del fotografo, che lo ritrae per descrivere le proprie sensazioni, per raccontare quel luogo come simbolo, come metafora dei propri pensieri e delle proprie emozioni.
L’interesse di Scataglini si è rivolto a questi luoghi in quanto simboli di quella “terra straniera” che è il tempo, come sostiene David Lowenthal nel suo saggio “Time is a foreign country”, e nello sceglierli ha evitato al contempo di percorrere distanze superiori a 90 chilometri dal luogo in cui abita e lavora (Tuscania, in provincia di Viterbo).
“Volevo sentirli parte del mio mondo, saperli vicini, raggiungibili, domestici. Avere con loro un rapporto continuo, ripetuto, entrare in empatia: cosa impossibile se le distanze diventano importanti e onerose. E visto che ho viaggiato sempre su un’auto a metano, in questo modo ho anche ridotto il più possibile le emissioni inquinanti” sostiene il fotografo, che aggiunge: “in un’epoca di turismo frettoloso e insostenibile a livello ambientale, mi sembrava importante fare una scelta del genere”.
Tra le scelte fatte dal fotografo, anche quella di ricorrere esclusivamente alla fotografia analogica, e stenopeica in particolare: “alla fine mi son ritrovato con oltre 400 i rulli scattati e circa 8000 negativi archiviati più un totale di almeno 2000 negativi di carta utilizzati nelle fotocamere stenopeiche autocostruite” racconta, “il che porta, considerando i tempi di esposizione di ciascuna foto (quasi sempre superiori al secondo, più spesso oltre il minuto e non di rado, nel caso delle foto stenopeiche, intorno a 30 minuti-un’ora o più), a una stima di circa 4-5000 minuti complessivi di ripresa, che è come scattare senza sosta per oltre 70 ore, cioè tre giorni, notte e dì! Questo senza considerare tutti i tempi accessori: raggiungere i luoghi, preparare la ripresa, poi sviluppare i rulli o le lastre, e così via”.
Elliot Erwitt, grande fotografo di reportage, sosteneva (scherzando ma non troppo) che per realizzare anche il suo lavoro più complesso non aveva impiegato più di 5 secondi: considerando che il tempo di scatto medio per un fotografo di reportage è di 1/125 di secondo, in 5 secondi ci sono ben 625 foto!
Ecco, Scataglini si è mosso in direzione “opposta e contraria” per dirla con De Andrè.
Ora il progetto diventa un libro: “Ho voluto creare qualcosa al contempo di prezioso, ma accessibile. Perciò invece di pensare a volumi esoterici, ingombranti o costosi, ho ideato a un volume di dimensioni ragionevoli, stampato in alta qualità, ma offerto a un prezzo molto conveniente”.
Il libro “Una momentanea eternità” è pubblicato da Kelidon in collaborazione con la casa editrice Penne&Papiri e con il sito Reflex-Mania, formato 22×22 cm, 160 pagine.
Info su www.marcoscataglini.eu

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