Il digiuno intermittente è utile per la perdita di peso?

di Gemma Moscioni*

L’OMS già nel 2002 ha evidenziato come la prevenzione e la cura per l’obesità e il sovrappeso rappresentino una delle sfide più difficoltose della sanità pubblica.

Nel corso di quest’ultimo ventennio, l’obesità ha purtroppo mantenuto un preoccupante trend in crescita. Dalle ultime analisi internazionali si può evincere come ci si trovi davanti a una “Globesity”, responsabile di malattie croniche non trasmissibili, come: cardiopatia ischemica, diabete mellito di tipo 2 e alcune tipologie di tumore.

Per contrastare l’alta presenza di obesità e delle patologie ad essa correlate, nel tempo sono stati ideati numerosi modelli dietetici, non sempre scientificamente corretti. Dai numerosi dati scientifici, si evince come la Dieta Mediterranea sia quella maggiormente utile nella prevenzione e nella cura dell’obesità.

Tuttavia, recentemente è cresciuta l’attenzione verso alcuni modelli alimentari basati su periodi di digiuno più o meno lunghi alternati a periodi di alimentazione. Un esempio di digiuno è quello intermittente, ossia un periodo di digiuno di 16/18/20 ore susseguito da un’alimentazione libera in un arco temporale di 4/6/8 ore.

Vediamo insieme nello specifico come funzionano questi modelli alimentari basati su periodi di digiuno

  • Metodo 16/8: è un digiuno giornaliero di 16 ore con una finestra temporale di 8 ore, in cui è possibile inserire 2 o 3 pasti. Per fare in modo che il digiuno intermittente produca effetti positivi, senza avere ripercussioni negative sul nostro stato di salute, bisogna seguire un’alimentazione sana ed equilibrata nelle ore di non digiuno. La selezione degli alimenti è molto importante e ovviamente non saranno consentiti cibi particolarmente ricchi di grassi o zuccheri.Nelle 16 ore di digiuno sarà comunque consentita l’assunzione di bevande non caloriche, come caffè o tè e ovviamente acqua.
  • Dieta 5:2: prevede che per cinque giorni alla settimana si possa mangiare assumendo tutti gli alimenti, senza eccezioni. Il periodo deve essere inframezzato da due giornate (tra loro non consecutive) in cui l’approvvigionamento energetico non deve essere superiore a un quarto di quello abituale: ovvero tra 500600 chilocalorie (200-250 a colazione e 300-350 a cena);

Gli studi a disposizione riguardanti il digiuno dimostrano come questa metodica nella perdita di peso (intesa come riduzione di Massa Grassa) è sovrapponibile alla normale restrizione calorica, ottenuta attraverso il modello della Dieta Mediterranea.

Ciò nonostante, il digiuno intermittente sembra essere particolarmente promettente nel controllo della sensibilità insulinica, dell’ipertensione e dell’infiammazione.

Ricordo, infine, che non esiste un sistema semplice e veloce per dimagrire: per risolvere un problema di sovrappeso è necessaria la consapevolezza di dover mangiare meglio.

 

gemma moscioni dentro *La Dottoressa Gemma Moscioni, Biologa Nutrizionista,  laureata in Biologia cellulare e molecolare presso l’Università degli Studi della Tuscia (110 cum laude), successivamente perfezionata con Master Universitario di II livello in: “Nutrizione personalizzata, basi molecolari e genetiche”, presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Roma Tor Vergata (110 cum laude). Ha sviluppato competenze riguardanti la Nutrizione personalizzata e la Nutrigenetica, focalizzandosi sul ruolo che gli alimenti hanno nell’espressione genica dell’individuo.
Attualmente lavora come Biologa Nutrizionista a Viterbo e provincia e affianca alla libera professione l’insegnamento dell’educazione alimentare. Si occupa di problemi del disturbo alimentare nell’adolescenza.

Studio: Viterbo – via Friuli, 18
Contatti: 329 536 6678
www.biologamoscioni.it
Pagina Fb: Dott.ssa Gemma Moscioni – Biologa Nutrizionista
Email: bionutrizione.moscioni@gmail.com

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