“Auspico che i tanti giovani di talento sparsi oggi nel mondo trovino accoglienza in un teatro come questo!”. Rajna Kabaivanska glosa così la X edizione del Premio Ricci, restituendoci da una parte la speranza per il futuro della lirica, dall’altra la fierezza per l’avvenuta rinascita del bel Teatro cittadino. La sfida tra gli otto finalisti del premio, sapientemente organizzato dall’Associazione XXI secolo e promosso dal Comune di Viterbo e dalla Fondazione Carivit, si è svolta sul terreno audace e affascinante del grande repertorio italiano: Bellini, Rossini, Verdi, Puccini, Mascagni, Ponchielli, Leoncavallo. Gli interpreti, provenienti da tutto il mondo, si sono avvicendati sul palco mostrando con entusiasmo tutte le loro doti accanto ad una freschezza non priva, anche, di qualche fragilità. In quest’armonia di voci diverse non abbiamo potuto fare a meno di notare il considerevole miglioramento di livello tecnico e interpretativo che il Concorso ha raggiunto, grazie alla perseveranza e alla perizia del M° Fabrizio Bastianini e dell’Avv. Giuliano Nisi, ideatori del Premio, cui si è aggiunta l’esperienza e la maestria selettiva del Presidente di Giuria, Rajna Kabaivanska, che ha conquistato il pubblico viterbese per la sua disarmante simpatia e sorprendente umiltà, in controtendenza con il proverbiale divismo caratterizzante il palcoscenico della lirica. Di quest’ultima vorremmo sottolineare la grande onestà. Per non influenzare il resto della giuria, infatti, la signora della lirica ha inteso sottrarsi alla votazione riguardante due sue allieve, che hanno comunque conquistato, meritocraticamente, il podio: Arianna Cimolin, per il ruolo di Nedda nei Pagliacci e Chiara Mogini, 2° premio. Nel felicitarci per l’integrità e il rigore della regina del verismo, desideriamo al contempo salutare il giusto successo di Isidora Moles, la cui interpretazione di Traviata ha vinto e convinto pubblico e giurati, conquistando il 1° premio. Il soprano ha cavalcato con coraggio e agilità la cabaletta del primo atto, riscattandosi, forse, da un non altrettanto espressivo recitativo e cantabile iniziali. Certamente è innegabile che l’intonazione e la tecnica di Isidora Moles sono frutto di un rigoroso e duro lavoro che giustamente la giuria ha riconosciuto, assegnando anche a lei il ruolo di Nedda. La nostra vincitrice in pectore, tuttavia, è Chiara Mogini che ha saputo raggiungere con la sua possanza vocale fino all’ultimo posto del loggione. Vibrante, densa, drammatica, la mezzosoprano, nella sua interpretazione di Santuzza, ha mostrato una tavolozza ricca di colori, capace non solo di riempire la scena, ma anche di commuovere, che è poi lo scopo del teatro d’opera, “l’unico luogo in cui qualcuno viene accoltellato e, invece di morire, canta”. Lungi da noi, però, entrare in un dualismo sterile alla Callas/Tebaldi e, mentre ascoltiamo rapiti Verdi e Mascagni, non possiamo tacere la fortuna di essere nati nella culla del bel canto, con la sua ricchezza di sfumature linguistiche, il suo fraseggio morbido, le sue intramontabili melodie ad arco che ci inducono a piangere, gioire, immedesimarci e vivere, fuggendo la banalità del quotidiano, perché il teatro è e sarà sempre “quel luogo in cui tutto è finto, ma nulla è falso”.
Primo premio (Città di Viterbo)
Moles Isidora
Secondo premio ex aequo (Fondazione Carivit)
Mogini Chiara
Kim Donghyun
Terzo premio (Lions Club)
Martinez Flores Eduardo
Premio del pubblico premio (AVAM)
Palminteri Giovanni
Premio Touring Club (con borsa di studio da Nuccio Anselmo, direttore artistico del Sicilia Classica Festival)
Perišić Milan
Premio Le Ali di Beatrice
Buczek Aleksandra
Cat. Ruoli
Nedda: Moles Isidora – Cimolin Arianna
Silvio: Martinez Flores Eduardo
Tonio: non assegnato
Canio: Kim Donghyun
Peppe: non assegnato
*Violoncellista, musicologa e storica dell’arte