I ragazzi di “Fragile” rendono straordinario il teatro Unione, presente il ministro Fedeli

I ragazzi di ‘Fragile’ rendono straordinario il teatro Unione. Un debutto da tutto esaurito, sabato pomeriggio con il ministro Fedeli in prima fila e la scommessa vinta di puntare tutto su un gruppo di ragazzi.

Un applauso finale grande, di quelli adatti a riempire l’Unione. Altri a scena aperta, di quelli che il pubblico non sa trattenere. Tanto è forte l’emozione. Emozione, questo è stata la prima di ‘Fragile – Maneggiare col cuore’ oggi pomeriggio al Teatro Unione di Viterbo.

Qualcosa di più di uno spettacolo. Una scommessa folle, vinta, su un gruppo di ragazzi. Da mesi, all’interno del progetto Crescere alla Pari, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Pari Opportunità, sono impegnati in laboratori di danza, canto, narrazione. Da quell’esperienza maturata all’interno della Casa di Vetro, nome con cui gli stessi hanno ribattezzato lo Spazio Pensilina al Sacrario, è venuta fuori un’ora e qualche minuti di spettacolo.

Un lavoro corale, un coro contro le violenze dell’omofobia, del bullismo, di genere, sugli immigrati. Seduta in prima fila il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli. Una presenza significativa, perché ‘Fragile’ nasce a Viterbo ma è lavoro di respiro nazionale. Girerà infatti l’Italia nei prossimi mesi, con i giovani viterbesi a fare da perno alla carovana.

Un faccione bellissimo che invita al silenzio, con un gesto semplice, è la porta d’ingresso a un mondo complesso reso leggero dalla poesia, dalla bellezza, dalla rapidità con cui le scene di susseguono e la trama si intreccia. La danza “dell’uomo di ferro” apre la strada all’ingresso in scena “dell’uomo di vetro”: Fragile appunto. Identità con tre volti: quello di Rebecca, di Giorgia e Manasse. In scena anche alcuni dei ragazzi speciali di Juppiter. C’è la musica migliore di Simone Cristicchi, la poesia di Alda Merini, le note di ‘Come le lucciole’ di Nicola Piovani, il gioco dei bambini, le parole di una bellissima principessa etrusca, ‘La Fata’ di Bennato. La dolcezza e l’irruenza, la speranza e la paura.

Uno dei momenti più intensi porta sul palco il tema della ricerca del padre da parte del figlio. Ma l’adulto non è perso in un luogo, è perso dentro sé. E’ un manichino, in un mondo di manichini. C’è l’odio e l’amore. C’è l’Inno all’Amore di Edith Piaf, che si intreccia con antichi racconti greci. E sempre l’amore viene cavalcato come modo per portare in scena un altro tema centrale: l’accoglienza ai migranti. Ancora il mito, quello di Achille e del suo tallone, viene messo in scena per parlare di altro. Perché il vero tallone d’Achille si chiamava Patroclo. Difficile da tenere a bada il cuore con ragazzi sordi sul palco, la canzone ‘A bocca chiusa’ e una danza messa in scena capace di emozionare. E’ tutto una questione di vibrazioni, le vibrazioni che tutti sentono ma spesso qualcuno non ascolta. E il saluto dal palco all’Unione di tutti i ragazzi, con la mano leggera di ognuno che ruota, e gli occhi di tutti più luminosi dei fari di scena, con sotto le note di ‘A mano a mano’ di Rino Gaetano, sono la cartolina più bella di un sabato pomeriggio che è servito alla città per riflettere su qualcosa.

Il finale è con il ministro Fedeli sul palco e la consegna da parte di Luisa Ciambella di un fumetto sugli etruschi che ha come protagonista Ati.

Lo spettacolo è parte integrante di un progetto della Presidenza del consiglio dei Ministri – Dipartimento delle Parì Opportunità presentato dall’IC Vanni di Viterbo, con l’IC Carmine di Viterbo e l’IIS Cardarelli di Tarquinia, insieme con il Comune di Viterbo, il Distretto turistico dell’Etruria Meridionale, l’associazione Juppiter, la Fondazione Exodus, Vip clown di corsia – Viterbo, Mille giovani per la pace e la cooperativa gli Aquiloni.

La Casa delle arti Viterbo

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