Giovanni XXI il papa portoghese torna nella cappella originale restaurata in Cattedrale a Viterbo

di Luciano Costantini

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Un Papa di multiforme ingegno e… Senza pace. Giovanni XXI, nato a Lisbona nel 1210, morto a Viterbo il 20 maggio del 1277, ad appena 250 giorni dall’inizio del pontificato, sotto le macerie della stanza ufficio/camera che si era fatto costruire sul colle del Duomo. Un pontefice al quale vengono attribuite 55 opere di medicina, trattati di alchimia, di filosofia, di teologia, perfino di zoologia. Che per ben sette volte ha cambiato sepoltura, all’interno della cattedrale di San Lorenzo: nel 1277 venne tumulato in prossimità dell’altare maggiore, nel 1571 venne spostato vicino all’ingresso della sala del Capitolo, nel 1576 venne trasferito nuovamente tra la porta d’ingresso centrale e quella laterale della cattedrale, nel 1866 finì nella cappella di san Filippo, nel 1958 fu ancora riportato tra la porta centrale e quella laterale, nel 2000 fu collocato dove è stato fino a ieri, ora finalmente tornerà nella antica cappella restaurata. C’è un monumento funerario che l’aspetta. Martedì prossimo, 17 giugno, infatti verrà inaugurata l’ultima “dimora” del papa portoghese, unico nella storia della Chiesa, con un convegno che si svolgerà (inizio ore 16.30) nella sala Alessandro IV° del Palazzo dei Papi, alla presenza del vescovo di Viterbo Orazio Francesco Piazza, del cardinale Josè Tolentino de Mendoza prefetto del dicastero per la Cultura e l’Educazione, di monsignor Rui Manuel Sousa Valèrio patriarca di Lisbona, dell’ambasciatore portoghese presso la Santa Sede Domingos Teixeira de Abreu Fezas Vital, del rappresentante del Comune di Lisbona Felipe Anacoreta Correia, della Soprintendente al patrimonio dell’Etruria Meridionale Margherita Eichberg.

Una “dimora” che è un sostanziale e raffinato manufatto restaurato, realizzato da Santino Tosini e Vittorio Cesetti. Un lavoro di sei mesi, reso possibile dalla Diocesi viterbese, con il contributo della comunità religiosa e del Comune di Lisbona. Presentazione dell’evento presso la Curia di Viterbo con il vescovo monsignor Piazza, don Luigi Fabbri vicario generale, don Massimiliano Balsi vicario episcopale, Santino Tosini direttore Beni Culturali della Diocesi. Sottolinea monsignor Piazza: “Abbiamo voluto dare una collocazione più dignitosa al papa portoghese che torna là dove era. Volevamo riportarlo lì e ridare integrità al monumento che non è stato modificato minimamente. Peraltro, l’impegno non si ferma qui, perché è nostra intenzione intervenire in un lavoro di restauro più ampio, non solo della chiesa, a cominciare dalla cappella della Madonna della Carbonara, ma poi anche del piazzale antistante. Work in progress. Puntiamo, insomma, a una riqualificazione non soltanto liturgica della cattedrale. Certo, io non demordo perché credo che la chiesa segni l’unità di un territorio, deve esserne il simbolo. Sono in una cattedrale dove il titolare è san Lorenzo e mi chiedo perché non c’è la festa di san Lorenzo. Mi rispondo, perché non lo vedono più e se le persone non si vedono più, pian piano finiscono nel dimenticatoio. Vedere, significa coltivare la presenza”. E’ stato lo stesso vescovo a procedere nei giorni scorsi alla ricognizione della cassa di piombo sigillata che custodisce i resti mortali di Papa Giovanni XXI°. “L’ultima ricognizione -spiega il vescovo – fu fatta nel Duemila. Ho preso atto di quel rogito, ho annotato che la cassa era quella e ho messo sulla cassa stessa la mia firma”. Che Giovanni XXI° riposi in pace, finalmente.

IL PROGRAMMA

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