Gilda Nicolai, Alumni la scelta di ritrovarsi

Di Carolina Trenta

È una tiepida giornata di primavera al dipartimento di scienze umanistiche dell’Università degli Studi della Tuscia.
Con rammarico osserviamo che ci sono pochi studenti in giro per i corridoi, data la situazione pandemica attuale, ma a stemprare la malinconia ci accoglie il volto sorridente della Dott.ssa Gilda Nicolai, falisca di nascita, giovane docente di Archivistica presso il corso di laurea in Beni Culturali e presidente dell’associazione “Alumni”, che ha come obiettivo principale quello di riunire quanti più ex alunni possibile delle varie facoltà dell’Università degli Studi della Tuscia.
Per saperne di più sull’associazione, domande e curiosità si sciolgono sorseggiando un buon caffè, ripercorrendo con la Presidente quei passi che inducono verso un cammino in cui la parola chiave è ritrovarsi.

Che cos’è Alumni e come nasce?

Sono vari anni ormai che si parla di costituire un’associazione di ex studenti in Ateneo, però fino a poco tempo fa non c’era nessuno che avesse mostrato la volontà di occuparsene. Con l’elezione a rettore del professor Ubertini le cose sono cambiate, perché egli ha da sempre dimostrato una spiccata sensibilità per i rapporti con gli ex studenti.
È stato un caso curioso che la scelta di costituire l’associazione sia ricaduta su di me perché un giorno, mentre in Comune veniva presentata una mostra sui 40 anni dell’Ateneo, io parlando dissi che facevo parte di un gruppo Facebook di ex studenti e a lui subito si è accesa la lampadina. Ho quindi contattato diversi studenti degli anni ’90 che avessero complessivamente frequentato più o meno tutte le facoltà, in modo da coprire l’intero ventaglio dell’offerta formativa, abbiamo fatto lo statuto e ci siamo costituiti il 20 febbraio 2020.

Di quante persone si compone l’associazione? Come siete organizzati?

L’associazione vorrebbe fare rete tra tutti i nostri ex studenti, sul modello delle omonime associazione americane e anglosassoni e di quelle che stanno contemporaneamente nascendo in tutt’Italia. I soci fondatori sono 17 e attualmente siamo 50 soci, ma siamo ottimisti e puntiamo a diventare 500 entro la fine dell’anno, considerando comunque che abbiamo attraversato un anno molto difficile; le iniziative online che abbiamo preso sono state entusiasmanti e hanno raggiunto il loro scopo, ma vorremmo poter fare tutte quelle belle attività in presenza che ci siamo prefissati.

Possiamo dare il nome al gruppo dei fondatori?

Siamo: Giorgia Agresti, Alessandro Boccolini, Alessio Maria Braccini, Paolo Dello Vicario, Silvio Dottori, Donato Ferrucci, Alvaro Marucci, Gilda Nicolai, Pier Giuseppe Paris, Michela Piccarozzi, Stefano Poponi, Antonio Rocca, Luca Secondi, Cecilia Silvestri, Clara Vittori, Chiara Volpi, Silvia Volpi. Tutti soci fondatori ed ex studenti.

Ad un anno dalla nascita, come vi siete organizzati?

I nostri appuntamenti più tradizionali sono “I martedì degli Alumni”, nei quali presentiamo le esperienze dei nostri ex studenti durante il passaggio dall’università al mondo del lavoro: si tratta di occasioni importanti sia per i laureandi, che così si fanno un’idea di ciò che li aspetta dopo la laurea, perché toccano con mano le esperienze dei loro colleghi, sia per gli studenti delle scuole superiori, che per la prima volta si avvicinano al mondo dell’università.

Ci racconta la sua esperienza?

Mi sono iscritta all’Università degli Studi della Tuscia nel 1993 con il desiderio di fare l’Egittologa, ma dopo il primo anno di Archeologia ho cominciato a frequentare archivi e colleghi di archivistica, appassionandomi sempre di più. Mi sorprende sempre il fatto che il percorso che ho poi intrapreso sia stato quello che inizialmente avevo escluso per primo.
Mi sono laureata in archivistica con una tesi su un tribunale vescovile di un’ex diocesi: ogni archivista ha un archivio di cui poi si innamora e nel mio caso sono quelli del ‘600.
Oggi però l’archivistica è cambiata e c’è sempre più bisogno di supporti informatici e nuove tecnologie, di qui il mio insegnamento di “Management e Sistemi Informativi” a Scienze Politiche.
Appena laureata ho frequentato la Scuola Vaticana, la Scuola dell’Archivio di Stato e un Master sul documento digitale all’Università di Macerata; la formazione post lauream è fondamentale perché è vero sì che la laurea magistrale conferisce allo studente un profilo abbastanza specifico, ma è anche vero che il mondo cambia velocemente e bisogna imparare ad essere flessibili aggiornandosi.
Mentre stavo lavorando come archivista mi è capitato un dottorato in Storia Contemporanea qui all’Università degli Studi della Tuscia e da lì ho iniziato il mio percorso universitario, sempre dinamico e in evoluzione.

Come coesistono oggi i due ruoli di ex studentessa e di docente?

Come premessa vorrei dire che molti ex alunni hanno una sorta di debito di riconoscenza nei confronti dell’Ateneo e questo vale anche nel mio caso. Io qui ci sono cresciuta professionalmente, conosco tutte le sfaccettature dell’Ateneo, sia dal punto di vista degli studenti che dei docenti.
Non ho mai dimenticato gli anni passati a studiare qui e questo lo considero un punto di forza perché riesco a comprendere le esigenze dei ragazzi che ho di fronte, pur stando dall’altra parte della cattedra.
Anche nell’associazione “Alumni” c’è questo spirito: sono in tanti ad avere il desiderio di ringraziare l’università per i bei momenti passati in facoltà e di mettersi al servizio dei giovani laureati. C’è poco da fare, qui si studia bene!

Quali sono i risultati conseguiti e i progetti di miglioramento?
I risultati ad oggi sono soddisfacenti considerando che è passato appena un anno dalla nostra nascita, un tempo che ci ha catapultati in piena pandemia.
Adesso stiamo realizzando il sito dell’Associazione per dare una casa stabile a video, interviste e a tutto quello che si farà. Una di queste interviste sarà tra me ed una mia amica conosciuta qui 23 anni fa: non è una cosa banale, perché non è scontato che studiando si facciano amicizie belle che poi si consolidano negli anni. Nel nostro Ateneo questo è possibile perché siamo una piccola comunità e quindi si possono sviluppare anche questo tipo di legami.
Quello che al momento ci preme di più è far crescere la nostra rete: più ex alunni riusciamo a raggruppare più l’Associazione è efficace nel suo scopo, sperando sempre che la situazione migliori in modo da fare eventi in presenza, come ad esempio “La giornata del laureato”.

Il monito rivolto a tutti gli ex studenti che ancora debbono arrivare?

Abbiamo bisogno di voi, scriveteci e unitevi.

Lasciando alle spalle il cancello dell’Ateneo la riflessione introspettiva è d’obbligo: non si va mai via davvero dai luoghi in cui si è stati bene. Per questo in tanti ex studenti dovranno unirsi in Alumni perché la partecipazione, il coinvolgimento e l’inserimento agevoleranno ancor più la crescita culturale della nostra Università.

 

 

 

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