Gianluca Braconcini: la Fiera della “Santissima Nunziata” e la Tradizione del Cedro

di Gianluca Braconcini*

La festività dell’Annunziata o Annunciazione di Maria Vergine è da secoli una delle ricorrenze religiose più sentite dai viterbesi; in particolare, fin dal Duecento, nella chiesa di Santa Maria in Gradi proprio per la ricorrenza del 25 marzo i papi riconoscevano varie indulgenze ai partecipanti delle celebrazioni liturgiche. Dalle fonti documentali è possibile sapere che nel XV e XVI secolo i festeggiamenti includevano una solenne “luminaria” che prendeva piede proprio dalla chiesa di Santa Maria in Gradi e con un lungo percorso, terminava all’interno del tempio. Per quanto riguarda invece la fiera della “Santissima Nunziata”, come viene detta nel dialetto viterbese, la prima testimonianza certa viene fornita da Feliciano Bussi nella sua “Istoria della città di Viterbo” del 1742, che ci attesta come le mercanzie di agricoltori, ambulanti ed artigiani venissero esposte fuori le mura della città, nello spazio che precedeva l’attuale chiesa di S. Maria delle Fortezze. Queste le parole del cronista: “..…[S. Maria delle Fortezze] è una chiesa molto frequentata da questo popolo, particolarmente ne’ Venerdi di tutto l’anno per la divozione del suddetto S. Francesco (di Paola), ove altresì si fa festa nel giorno della Santissima Annunziata con fiera, e gran concorso di gente”. La scelta di questo luogo fu sicuramente di natura pratica in quanto l’area, un tempo molto spaziosa, consentiva ai venditori un facile allestimento dei banchi ed era anche comodamente raggiungibile dai carri che trasportavano le merci. Non ha particolare consistenza l’ipotesi, formulata da alcuni, per cui l’ubicazione della fiera dipendesse dal particolare culto per l’Annunciazione di Maria da parte dei frati Minimi, ossia i titolari della chiesa stessa. Si è anche immaginato che il nome della sagra prendesse ispirazione da un dipinto posto all’interno del tempio, nel frontale della cappella della navata sinistra. L’affresco, infatti, è parte di un ciclo raffigurante alcuni episodi della vita di Maria, la cui parte principale è costituita dall’Assunzione e dall’Incoronazione. Col passare del tempo l’identificazione di S. Maria delle Fortezze con la fiera che si svolgeva sul suo sagrato era così forte che per i viterbesi, divenne naturale indicare il bel tempio cinquecentesco col nome di “Chiesa dell’Annunziata”, nome che l’ha accompagnata fino ai giorni nostri. Nella seconda metà del ‘900 però la fiera perse la sua connotazione di mercato agricolo ed artigianale che aveva sin dall’inizio ed il percorso venne spostato distribuendolo lungo le principali vie del centro cittadino. Oltre al classico “cartoccio co’ la fiera” ed al panino con la porchetta, un altro simbolo tradizionale della Fiera è il cedro, sempre presente sul banco degli ortolani, la cui ubicazione è solitamente in piazza del Comune. La sua consumazione è legata anche al fatto che si tratta di un frutto di stagione, esso matura alla fine dell’inverno ed il suo colore giallo pare annunciare l’imminente arrivo della primavera. Anche in altre città e paesi dell’Italia, durante questo periodo dell’anno, troviamo feste dedicate a questo frutto. Il Cedro nella simbologia rappresenta l’immortalità, l’eternità e l’elevazione spirituale, per l’altezza del fusto e dei suoi rami mentre nell’iconografia sacra viene associato alla verginità di Maria (Cantico dei Cantici 2,1; 4,4.12.15) e alla discendenza di Cristo dalla casa di Davide quale vero Messia (Ezechiele cap. 17 e il Libro delle Cronache 17, 1-15). L’albero di cui parlano le Sacre Scritture è in realtà il Cedro del Libano, appartenente alle conifere e non il Cedro della famiglia degli agrumi; questa “confusione” nacque già nel Rinascimento dove molti pittori, come ad esempio il Mantegna ed il Beato Angelico, ritrassero l’albero di agrume come metafora dell’incorruttibilità di Maria. Il Cedro coi suoi frutti gialli si vede spesso nelle rappresentazioni pittoriche legate all’ Annunciazione o alla figura dell’Immacolata Concezione; per cui la tradizione viterbese di mangiare il cedro per la “Fiera de’ la Nunziata” deriva sicuramente da questa sacra simbologia.

Foto: in alto affresco dell’Annunciazione nella chiesa di Santa Maria delle Fortezze

*cultore del dialetto viterbese, conoscitore della cultura popolare

 

 

 

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