Fulvio e Mary Jane: un amore a distanza, ma non troppo

di Arnaldo Sassi

“Era il 10 agosto, la notte di San Lorenzo. Decidemmo di arrivare fino al bosco di Sant’Angelo, al di fuori del convento, per vedere le stelle cadenti. Ci sedemmo su una panchina, l’uno a fianco all’altra. Si sa che per tradizione, quando cade una stella, bisogna esprimere un desiderio. E noi lo esprimemmo. Ma restammo in silenzio, non ce lo dicemmo. Però il desiderio fu lo stesso. E così è cominciata la nostra storia. Era il 1998 e da allora stiamo insieme nel più assoluto rispetto e nella più assoluta concordia”. Seduto sul divano nella casa della sua compagna, Fulvio Ferri, splendido ottantaquattrenne ancora in ottima forma fisica e vetrallese doc, racconta così l’origine della sua storia d’amore con Mary Jean Cryan, americana, irlandese e italiana – anzi vetrallese – d’adozione. Fulvio e Mary Jane: una coppia d’altri tempi, ma modernissima al tempo stesso. Con un amore che li accomuna: quello per la Tuscia e, in particolare, per Vetralla. “Perché qui il tempo scorre lentamente e si possono assaporare i veri valori della vita”.

“Si, sono nata a Boston – racconta Mary Jane – anche se sono di generazione irlandese. Ho studiato a Buffalo e poi vinsi una borsa di studio che mi portò in Irlanda. Avevo appena 19 anni quando misi piede per la prima volta in Europa e da allora non l’ho più lasciata”.

E in Italia come c’è arrivata?

“Conobbi un ragazzo italiano. Avevo 21 anni. E si sa come vanno queste cose. Mi portò in Italia, a Roma, dove trovai subito lavoro in una scuola internazionale che stava sulla Cassia, alla Tomba di Nerone”.

E poi?

“Poi, sempre per seguire mio marito, ho trascorso quattro anni a Mosca. Feci la trailing wife”.

Scusi, che vuol dire?

“In italiano la moglie che segue il marito. Ma anche a Mosca trovai subito lavoro, sia come insegnante che come giornalista. Scrivevo per il Mosca Magazine”.

E dopo Mosca?

“Il ritorno a Roma. Che però mi stava stretta. Troppo rumore, troppo traffico. Così cominciai a cercare un posto più tranquillo, girando molti paesi dell’agro romano. Poi capitò questo appartamento nel pieno centro storico di Vetralla. Era completamente da ristrutturare, ma mi piacque subito. E qui decisi di mettere le radici. Da allora non mi sono più mossa”.

Cosa la colpì di Vetralla?

“Perché qui si possono assaporare lo spazio e il tempo, che sono i valori fondanti della vita. E si può ammirare la natura. Durante il lockdown trascorrevo ore ad ammirare i tramonti dalla mia terrazza. Un libro e un panorama stupendo sono un cocktail formidabile”.

Ma qui ci sono, oltre a lei, altri stranieri?

“Ce ne sono tanti. Molti hanno comprato qui una seconda casa e ci vengono a trascorrere i week end e le vacanze estive. Pensi che proprio in questo week end qui vicino ci sarà un destination wedding (matrimonio di destinazione, ndr) da parte di una famiglia di olandesi. Invece di celebrare cerimonia e banchetto nella loro terra verranno tutti qui a festeggiare”.

E a Vetralla cosa fa?

“Tantissime cose. Da quando sono qui ho scritto undici libri, tutti sulla cultura della Tuscia. Meno l’ultimo, che ho appena finito di scrivere. Si intitola “Irlandesi e inglesi nel risorgimento” ed è la traduzione in italiano di un volume uscito dieci anni fa, in cui ci sono particolari inediti sulla storia risorgimentale. La prima presentazione ci sarà il prossimo 13 luglio a Montepulciano”.

E poi?

“Mi dedico all’insegnamento e al giornalismo, dopodiché porto in giro per l’Italia gli stranieri come responsabile dei corsi per adulti. Ragazzi, universitari, ma anche persone più grandi, per lo più americani, desiderosi di conoscere la storia e la cultura italiana. Infine ci sono le crociere. Tengo conferenze a bordo della nave per illustrare la storia delle città dove si approderà. In particolare, quando stiamo per arrivare a Civitavecchia illustro loro cosa c’è beyond the hills (al di là delle colline, ndr), perché non tutti vogliono andare a Roma”.

Mentre Mary Jane racconta Fulvio, ascolta con aria soddisfatta. Anche lui può annoverare un curriculum di autore di libri. Ne ha scritto uno, dal titolo “Olio e ricordi in cucina”, zeppo di ricette tutte rigorosamente vetrallesi. ”E’ successo – racconta – durante una delle prime crociere fatte con Mary Jane. Mentre lei faceva le conferenze io scrivevo le ricette, ricordandomi di come cucinava mia nonna, che aveva gestito una piccola trattoria. Poi, una volta tornati a casa, con l’aiuto di Mary e di sua figlia, le abbiamo riordinate e così è nato il libro”.

Un libro particolare…

“Sì, perché prevede solo prodotti naturali. E soprattutto l’olio extra vergine. Ovviamente quello di Vetralla. E c’è una particolarità: non ci sono ricette con volatili”.

Come mai?

“Una specie di mio risarcimento a queste creature. Perché durante la guerra, quando da mangiare c’era poco o niente, io infestavo i campi di tagliole per catturarli. E allora…”.

Come ha conosciuto Mary Jane?

“Fui invitato, tramite un mio amico olandese, ai salotti culturali che lei teneva a casa sua. L’ho conosciuta e poi, piano piano, è nato anche l’affetto. Sono 24 anni che stiamo insieme, anche se ognuno è rimasto ad abitare nella propria casa”.

Una soluzione originale…

“Però duratura, anche se criticata da qualcuno…”.

Cioè?

“Beh, una volta, quando il prete venne a benedire la mia casa, mi disse che ‘dovevo sistemare la questione con quella donna’, ma io gli risposi che ognuno di noi abitava a casa sua. E’ proibito? Gli chiesi. E lui rispose di no. E allora, replicai, va bene così. Siamo due fidanzati”.

Amen.

Fulvio e Mary Jane

 

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