Francesca Damiano, di padre in figlia, giovane imprenditrice nell’azienda di famiglia

di Maria Letizia Casciani

Francesca ha poco più di trent’anni,viterbese di nascita. Nel 2011 ha preso in mano le redini dell’azienda gestita in precedenza da suo padre: il vivaio Verde Idea. Nel 2006 si è diplomata presso il liceo Ruffini di Viterbo, dopo un biennio alla Facoltà di Ingegneria Meccanica dell’Università degli Studi Bologna si è iscritta alla Facoltà di Agraria di Viterbo. Diventare imprenditrice interrompendo il corso di studi è stato per lei un segno del destino.La prematura scomparsa del padre, l’ha portata alla conduzione dell’azienda florovivaistica di famiglia, che gestisce oggi con molta passione ed altrettanta energia. Ha imparato a fronteggiare con prontezza le responsabilità che implica la conduzione di una azienda complessa come la sua, ma non è affatto pentita della scelta, di cui va giustamente orgogliosa, pur nella difficoltà dei tempi felice, di poter gestire quella libertà in grado di sprigionare il proprio potenziale nella direzione giusta. Il suo cammino ce lo racconta nel corso di un piacevole incontro.

Arriva il giorno in cui per motivi diversi, bisogna prendere in mano la situazione. Il brusco passaggio da studentessa ad imprenditrice non deve essere stato semplice
Non è stato affatto semplice: i medici mi avevano informata del fatto che mio padre non sarebbe guarito, ma fino al momento in cui non ci si trova dentro una situazione come quella, è difficile rendersene conto. Seguendo il suo volere, ho comunque continuato a studiare all’università fino all’ultimo. Il giorno in cui sono entrata nel vivaio come erede di mio padre, della sua impresa, ho subito provato una sensazione di forte responsabilità, cosa che non si percepisce quando hai la sicurezza che ci sia sempre qualcuno dietro di te a guidarti e a sostenerti.

Piantare un seme e vedere che, dopo qualche giorno, nasce una piantina, insieme fragile e fortissima, capace di smuovere il terreno, pur di salire alla luce, è un’immagine che si può riferire a molti momenti della vita. Somigliamo anche noi a quel seme?
Certo. Il momento in cui si è ancora sotto terra è quello più difficile, ma, se uno crede in quello che fa, al suo futuro, sa anche che è quello il momento migliore per farsi le ossa, crescere e prendere coscienza di quello che verrà poi.

“La terra è bassa”, recita un nostro adagio, che ci ammonisce sulla durezza della vita di contadini, ortolani e vivaisti. E’ una vita davvero così dura?
La nostra è una vita in cui, a seconda delle stagioni dell’anno, non ci sono sabati, domeniche o feste varie. Si lavora a Pasqua, a Natale, se serve, di sera o alle cinque di mattina. Le piante sono come i bambini o gli animali: dobbiamo stare dietro alle loro esigenze, ma loro, come fanno anche i nostri figli, alla fine ci ripagano di tutti gli sforzi.

La città di Viterbo, vista con gli occhi della studentessa che sta andando a scuola e con quelli dell’imprenditrice
Sia da studentessa che da imprenditrice non ho mai trovato nella mia città grandi stimoli per le mie passioni. Ho sempre avuto l’idea che Viterbo sia molto chiusa e questo è un grande peccato. Viterbo avrebbe le potenzialità per diventare un grande centro turistico, culturale e, se riuscisse a farlo, questo porterebbe ad una maggiore apertura mentale.

“La mia città ha il cantuccio a me fatto”.
Qual è stato l’angolo di Viterbo che ha rappresentato un punto di osservazione privilegiato o il luogo protettivo per eccellenza?
In realtà il luogo di Viterbo in cui ho accumulato più ricordi e a cui sono più legata, è proprio il punto in cui si trova il mio vivaio la strada Bagni quella che conduce alle terme, al quel Bullicame citato pure da Dante. Sono cresciuta lì e lì ho appreso moltissime cose: ho giocato, studiato, imparato a portare il motorino, a guidare la macchina, sempre lì. Praticamente, quasi tutti i miei ricordi d’infanzia e di adolescente sono legati a quel panorama, a quel posto. Era impensabile non potermene riappropriare. E il destino ha deciso per me.

Il virus mette in crisi anche il florovivaismo?

Per ora il vivaio Verde Idea è chiuso, rispettando le disposizioni governative per il coronavirus. Ma il nostro staff continua a lavorare, seminare e produrre. Ed effettuiamo consegne a domicilio,(via mail: ordini@verdeidea.com).
Non potrà essere diversamente: positività e grinta a Francesca Damiano non le mancano.

www.vivaioverdeidea.it

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