Di là dal fiume e tra gli alberi: la Tuscia, sogni e favole di Giuseppe Sansonna

E’tornato su Rai5 il documentario che racchiude una carrellata di bellezze del Viterbese, tutte legate tra loro dal filo rosso della magia e del sogno.
La Tuscia appare come un sogno, dentro un altro sogno. Un luogo di magia raccontato dal documentario di Giuseppe Sansonna “Tuscia, sogni e favole”, andato in in onda domenica 6 dicembre alle 22.10 su Rai5 per la seconda stagione della serie “Di là dal fiume e tra gli alberi”. Stando a certe carte cinquecentesche, sono i figli di Noè, ritratto in abiti papali, a fondare Viterbo, da precursori del popolo etrusco. Anche i mostri di pietra di Bomarzo sono gli arcani frammenti di una mappa, sognata da Vicino Orsini, per orientarsi nella selva oscura dell’esistenza. Sospesi tra umano e divino, come le streghe che ancora sembrano volteggiare sul lago di Bolsena, inseguite con lo sguardo da pescatori e artisti. Per gli uni e per gli altri, il lago è sostentamento e ispirazione. Pier Paolo Pasolini ritrovava, nella sua torre di Chia, il proprio Medio Evo interiore, vicino e lontanissimo da quello del Brancaleone di Monicelli e Gassman, girato in larga parte in una Tuscia non ancora contaminata dall’industrializzazione. Federico Fellini, invece, trasformò Viterbo nella Rimini vitellona dei suoi ricordi. Forse per capire la Tuscia, bisogna percorrerla a piedi, perdendosi nelle sue forre, in quegli anfratti che sembrano cambiare forma dopo ogni passo umano. Rimanendo identici a se stessi, da secoli.

 

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