Dagli Usa Maurizio Marchetti, pilota dell’AVES in congedo, racconta le misure prese dal governo americano

a cura di associazione SuperAbile*

Il sesto appuntamento della rubrica in Viaggio per l’Italia con SuperAbile varca i confini ed arriva  negli States, con testimonial il Colonnello Maurizio Marchetti, “vecchia conoscenza” della Caserma Chelotti di Viterbo.

Un trasferimento virtuale negli States, dove il Colonnello Maurizio Marchetti, pilota dell’Aviazione dell’Esercito in congedo ci racconta le ultime misure prese dal governo a Stelle e Strisce in merito al Covid-19.

Marchetti, bassanese di nascita, pilota dell’Esercito Italiano, tra missioni ed esercitazioni operative ha girato il mondo. Terminato il servizio attivo da coordinatore della Brigata AVES di stanza nel capoluogo della Tuscia, da due anni ormai, si trova negli Stati Uniti d’America per seguire suo figlio Edoardo che, giovanissimo, appena 14enne, ha vinto un bando con Intercultura, terminato il quale ha deciso di rimanere a vivere nella sponda est del Lago Michigan. E dal prossimo anno non solo si iscriverà all’Università ma continuerà a fare nuoto ad alti livelli.

 

Maurizio come ti trovi negli Stati Uniti?

“Innanzitutto vorrei fare i complimenti per le attività che l’Associazione SuperAbile sta portando avanti. Seguo con piacere e interesse gli eventi del mio amico Alfredo Boldorini e trovo tutto molto importante ed educativo. Per rispondere alla domanda stiamo molto bene anche se al momento mia moglie Ida è bloccata in Italia”.

Vale a dire?

Sarebbe dovuta partire, ma dopo i blocchi imposti giorni fa dal governo USA per i voli dall’Europa è rimasta a Viterbo.

Raccontaci la vita negli USA ai tempi del COVID-19?

All’inizio la vicenda è stata presa secondo me sotto gamba dal governo federale. Il coronavirus infatti, seppur con le dovute attenzioni, era stato minimizzato. Si parlava di una semplice influenza che non avrebbe avuto conseguenze, anche perché la Cina era distante.

Poi cosa è successo?

Poi sono stati registrati i primi contagi a New York. C’è stato un grande risalto sui media nazionali. Il Presidente Trump in prima battuta ha interdetto i voli dall’Europa. Ma non è bastato in quanto il virus era già all’interno degli States.

Cosa sta accadendo in queste ore?

Gli Stati hanno chiuso i propri confini, sia dall’aria che valichi di frontiera. Stop anche alle scuole, Università, cinema, teatri, palestre, etc. Ma queste misure sono state tardive tant’è che gli ammalati, in queste ore, sono arrivati a 25 mila con gli ospedali della città di New York che sono sotto stress. Molte aziende solo ora comprendono davvero l’urto di questa epidemia con Starbucks che ha annunciato la chiusura della maggior parte dei caffè nel paese. Con i nuovi decreti statali un americano su cinque sarà a casa.

Come stai vivendo nella tua contea?

Noi viviamo nella contea di Ottawa, nella sponda est del Lago Michigan. In pratica siamo a metà strada tra Chicago e Detroit. Qui ci sono tantissime piccole e medie imprese che sono ancora operative. Da tempo io e mio figlio abbiamo adottato tutte le precauzioni. Evitiamo i luoghi affollati, manteniamo la distanza di sicurezza, e così via. Piccoli segnali li abbiamo al supermercato quando vediamo che gli scaffali si svuotano in fretta e l’orario di apertura non è più h 24 ma alle 20 chiudono le attività. Il governo federale sta iniziando ad adottare i test “drive through”, direttamente in auto per verificare o meno la positività al COVID-19. Anche qui da noi qualcosa sta cambiando.

Ci sono casi positivi nella tua zona?

Si abbiamo una donna anziana, una 84enne del posto che, pur essendo in ospedale e non avendo mai fatto viaggi, almeno negli ultimi periodi, ha contratto lo stesso il virus.

 

*intervista-articolo prodotto per la sezione in Viaggio per l’Italia

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI