Da Milano a Parigi passando per Gallese: L’Orangerie di Isabella Marciano

di Maria Teresa Muratore

Isabella Marciano

Parigi è così tutti di fuori per strada, fuori e dentro un piccolo locale, più fuori che dentro con le persone che passano e si fermano. Anzi soffermano, a guardare incuriosite dall’evento che si trovano di fronte. Fuori si muore di freddo come spesso a Parigi ma i sorrisi ti dicono che è importante esserci, partecipare, un bicchiere di vino scalda il cuore e fa resistere ed è un club di piacere, di condivisione. Un ritrovarsi e scoprire di intendersi, appartenere alla stessa specie.
Tutto con la leggerezza dei francesi anzi dei parigini che ormai parigini solo non sono perché le nazionalità si mischiano in un cocktail allegro e ognuno cede un po’ del suo e un po’ piglia dell’altro. In questa atmosfera prende vita la collezione di Isabella che trapianta vecchie tradizioni di famiglia in questa terra d’oltralpe, e rinnova trame d’autore, fa rivivere vecchi pizzi e merletti, rispolvera ricordi d’infanzia che tenacemente tornano a vivere nella sua idea di vestito di giacca di pantaloni di top. La vita campestre con la sua gioia e la sua semplicità, gli affetti dell’infanzia che fanno parte della costruzione di questo brand.
E soprattutto i disegni del nonno che rendono unica la collezione, i disegni riprodotti sui tessuti, perché lei pensa che così potranno continuare a vivere e uscire alla portata di tutti, quasi, ma sì di tutti perché oltre chi li indosserà saranno anche per chi li guarda addosso agli altri, e usciranno dalle cornici e dagli album in cui sono conservati in attesa di essere esposti. E qui, alle pareti, ce ne sono alcune riproduzioni per svelare e testimoniare da dove vengono questi disegni che oggi impreziosiscono le sue stoffe.
Mi sono chiesta se mio padre, l’artista viterbese Publio Muratore, sarebbe stato contento, non so rispondere. Lei, a cui l’ho chiesto, pensa di sì, perché ne conosceva l’amore.
Ho sempre pensato che chi acquista un’opera d’arte è come se comprasse un pezzo della vita dell’artista che l’ha dipinta perché unica e irripetibile… forse così può dare gioia a più persone.

Isabella Marciano nasce a Milano, fa le elementari alla Steiner, le medie dai Gesuiti, forse dal mix di queste prime scuole così diverse tra loro nasce la capacità di seguire le sue inclinazioni artistiche e la rigorosità con cui svolge il suo lavoro e le sue passioni. Poi continua con gli studi scientifici, si iscrive e frequenta la facoltà di ingegneria biomedica, ma un giorno…

Una data: 14 marzo 2023

Siamo a Gallese, la casa avita trasformata in set fotografico, Isabella ha deciso di ambientare qui le foto dell’album di moda per la sua prima collezione chiamata “La vita campestre, Gallese” perché qui sono le origini della famiglia, la casa del nonno materno.

La vedo mentre con professionalità si destreggia tra i fotografi le modelle la truccatrice e la consulente di immagine, ieri sera con la madre Maria Paola hanno ricreato piccoli angoli di vita quotidiana con la presenza di antichi tovagliati e porcellane e marmellate per la colazione, vecchi arrugginiti oggetti di lavoro abbandonati vicino ad una bicicletta, cestini usati per raccogliere frutta, frutta e fiori, salumi attaccati come una volta al soffitto della cucina, ortaggi sulla madia in attesa di essere lavati, tutto allestito con un tale studio ricercato che fa apparire ogni scena casuale e naturale, è solo un rivivere sempre ripetuto nello scorrere del tempo, dietro c’è l’amore per la casa, è questa casa amata e vissuta negli anni da tutta la famiglia che permette questo ambiente vero, autentico.

Isabella, come ti è venuto in mente di cambiare completamente il tuo percorso di studi?

Crescendo ho sempre amato l’arte e la moda, immersa nella storia dei miei nonni, affascinata dal talento del nonno e stimolata dall’eccletticità di mia madre, Maria Paola, che mi ha trasmesso l’eredità artistica della mia famiglia e la concezione che l’arte si presenta in varie forme. Nonostante la mia passione per il mondo creativo, ho iniziato i miei studi con ingegneria biomedica. Per quanto trovassi molto interessanti le materie scientifiche, mi sentivo che c’era qualcosa che mi mancava nella carriera che stavo perseguendo.

Poi cosa accade?

Un giorno una mia collega di università mi ha parlato di un corso intensivo di tre mesi di fashion design a Parigi: inizialmente ero molto spaventata di interrompere, anche se momentaneamente, la mia carriera ingegneristica per provare una cosa così lontana e così diversa, ma dopo un po’ di esitazioni ho deciso di partire e sono venuta a Parigi. Una città di cui mi sono innamorata, dove cammino ogni giorno tra le ispirazioni più disparate”.

E come tutto è iniziato?

Ho iniziato ad entrare nel mondo della moda per la prima volta, a scoprire tantissime cose e, nonostante fosse impegnativo e del tutto nuovo, mi innamoravo sempre di più di tutto questo. Ho capito che l’arte e la moda non erano solo un hobby, ma la mia naturale aspirazione nella vita. Ciò che mi mancava studiando ingegneria era l’irrefrenabile passione e curiosità che invece mi scaturiscono tuttora tessuti, design, colori e forme.

C’è stato un perfezionamento di studio?

Una volta finita questa prima breve esperienza nel mondo della moda, ho deciso di trovare un’università che si adattasse bene a chi volevo essere come fashion designer e mi sono inscritta all’istituto Marangoni di Parigi per conseguire la doppia laurea in fashion design in collaborazione per la Manchester Metropolitan University.

Quando nasce la prima collezione?

Al terzo anno di università ho realizzato la mia collezione finale, facendo tutto da sola, dalla ricerca, alla progettazione, al reperimento dei tessuti, ai cartamodelli e al cucito, mettendomi alla prova con nuove tecniche. Ciò ha richiesto molta dedizione e lavoro, ma è stata anche una notevole soddisfazione nel dimostrare ciò che so fare. Il risultato è stato un successo e, poiché sono stata selezionata tra i migliori dieci studenti del mio anno, la mia collezione è stata presentata durante la settimana della moda di Parigi a settembre 2021. Questo risultato è stato significativo per me dal punto di vista professionale e personale, in quanto ha confermato che avevo intrapreso la strada giusta tre anni fa, e mi ha dato la possibilità di andare a cercare il mio spazio nel mondo della moda come stilista.

Come è evoluto il perfezionamento di studio?

In seguito alla laurea ho lavorato per diversi brand, a luglio ho deciso di iniziare a lavorare come freelance per permettermi di seguire diversi progetti contemporaneamente. La mia esperienza di fashion designer varia molto avendo lavorato per brand differenti tra di loro, dalla maglieria agli abiti da sposa.Fino a maturare una decisione.

Quale esattamente?

ottobre ho deciso anche di lanciarmi nella nuova sfida di fondare il mio brand “L’Orangerie d’Isabella”. Questo è un progetto molto grande che sognavo da anni di realizzare e sono emozionatissima di potervi finalmente presentare.”

Qual è oggi  la tua visione di moda? 

Il mio desiderio è di creare abiti sostenibili per le persone che desiderano essere chic, libere, divertenti e spontanee, accogliendo ogni tipo di corpo, età e cultura, infondendo in loro amore e sicurezza.

La mia arte nasce dall’esigenza di creare qualcosa di spontaneo che dia a tutti la possibilità di esprimersi nella propria unicità. L’arte della mia famiglia è e sarà sempre presente nel mio lavoro, essendo una delle mie maggiori ispirazioni.

La mia storia è fatta di determinazione e desiderio di fare la differenza nel mondo attraverso la moda.
La mia aspirazione attuale? Cambiare il mondo una collezione alla volta, usando la moda per sensibilizzare su temi sociali. “

Cosa intendi per sensibilizzazione sui temi sociali? 

La sostenibilità è l’anima pulsante del nostro marchio, L’Orangerie d’Isabella, dalla creatività alla produzione e all’accurata selezione dei materiali. Ci ispiriamo a stili e tagli vintage scoperti negli armadi delle nostre madri e nonne, per ravvivare il fascino e la bellezza dei capi di una volta.

Un privilegio al made in Italy?
Tutti i nostri capi sono realizzati in Italia e disegnati a Parigi, utilizzando tessuti, bottoni e pellami di scarto eticamente sostenibili e provenienti da materiali di recupero, vintage o da piccoli negozi e mercerie locali italiane. Ogni pezzo che creiamo è quindi unico e senza tempo, ha una vita e una storia da raccontare, oltre che un’opportunità per contribuire a creare un mondo in cui la moda non sia solo esteticamente bella, ma anche ben fatta.

Questo passa attraverso la maestria degli artigiani locali?

Ci assicuriamo che la nostra produzione sia sostenibile end-to-endrealizzando i nostri capi in piccoli borghi della Tuscia, dove ricerchiamo la maestria degli artigiani locali e collaboriamo con i sarti del posto per creare un marchio che sia vicino al cuore. Con ogni cucitura, intrecciamo il nostro impegno per la sostenibilità. L’inclusività è anch’essa al centro de l’Orangerie d’Isabella, la cui collezione e i cui capi su ordinazione sono progettati per celebrare la diversità come valore fondamentale, con taglie francesi dalla 34 alla 48 (equivalenti alle taglie italiane dalla 38 alla 52).

Dietro ogni abito, ogni usanza, si cela qualcosa di più intrinseco…

Le persone de l’Orangerie sono libere di esprimere la loro identità, il loro successo,
la loro femminilità, la loro sensualità e la loro classe attraverso abiti che valorizzano tutti i corpi e le personalità, indipendentemente dalla taglia e dall’età.

Lo stile è immaginato per fondersi perfettamente con la vita di tutti i giorni, passando senza sforzo dall’andare al lavoro in bicicletta all’uscire la sera, per una donna la cui giornata non si ferma mai e il cui guardaroba deve essere versatile, comodo e funzionale senza sacrificare il suo stile unico.

Il concetto creativo di L’Orangerie d’Isabella è Re-Blooming.
C’è un viaggio di rifioritura in ognuno di noi. Percepiamo una nuova energia che scorre attraverso il nostro stelo, un nuovo calore e una nuova vitalità, ed è allora che iniziamo a fiorire di nuovo. I nostri petali si schiudono, la fragranza della nostra identità si rafforza e noi torniamo ad essere fieri ed orgogliosi”.

Siamo pronti, il viaggio è iniziato, L’Orangerie d’Isabella è il segno distintivo per riconoscersi , ma anche qualcosa che ci differenzia da altro. I disegni del nonno  rendono unica la collezione

Le brillano gli occhi a Isabella mentre sorridendo si racconta in questa avventura che l’ha trasformata in donna, una giovane donna sicura di sé che crede nel suo lavoro, fiduciosa nel proprio successo e nel futuro.

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