Scriveva Emily Dickinson “… un fiocco di neve vagabondo fra scavalcare una tettoia o una viottola non sa decidersi” ma poi quel fiocco incerto ha finalmente scelto il centro Italia e così la Tuscia si trova circondata da un bianco manto che negli ultimi giorni ha ridato vita alle stazioni sciistiche dei dintorni. L’amore per gli sport invernali, oltre che dalla oggettiva bellezza degli stessi, è anche alimentato dal fatto che potersi cimentare in essi non ci è sempre consentito se non per brevi preziosi periodi dell’anno, tuttavia sapersi divertire senza mettere a repentaglio la propria salute, è un’”arte” che va coltivata. Tra le maggiori cause di infortuni sulla neve, ricordiamo:
- preparazione fisica inadeguata
- attrezzatura inadatta
- tendenza a sciare stanchi pur di sfruttare la giornata e lo skipass.
La presciistica prevede un ottimo lavoro di forza, soprattutto a carico degli arti inferiori, che andrebbe iniziato almeno un mese e mezzo prima. Sempre consigliabile, come da me affrontato in altri articoli, sviluppare tale forza in maniera funzionale, ossia con elastici e pesi liberi come manubri e bilancieri, anziché con movimenti guidati ma innaturali proposti da macchine quali Leg Extention o Leg Curl. Dunque ottimi gli Squat, ½ Squat, Affondi, come pure tutti i lavori di Core e Core Stability che coinvolgano la parte centrale del tronco. In una società frenetica come la nostra, dove regna il desiderio del tutto e subito senza troppi sforzi, si tende ad arrivare sulle piste impreparati, ma con qualche accorgimento in più si potrà sopperire almeno in piccola parte a queste mancanze. Il riscaldamento o warm up, ha fini sia prestativi che preventivi, specialmente in sport complessi come lo sci alpino, lo snowboard, lo sci nordico, dove in alcune particolari situazioni si può arrivare a dover gestire carichi pari a più volte il proprio peso corporeo e ad importanti forze rotazionali sul tronco. Il principale effetto del warm up è di innalzare la temperatura corporea di 3-4 C°. A maggior ragione immaginiamo quanto questo possa essere importante in sport “freddi”. Un piccolo escamotage per aiutare il warm up, sono le pomate riscaldanti che si utilizzano nei massaggi sportivi. Ricordando i nostri amici felini, gli animali più agili del pianeta, al risveglio una bella “stiracchiata” o meglio del più tecnico stretching andrebbe assolutamente fatto. La capacità di contrarsi, propria dei muscoli, è direttamente proporzionale alla loro capacità di allungarsi, quindi più un muscolo è capace d’allungarsi più è capace di contrarsi e dunque capace di sviluppare forza. Nello Stretching statico, il più conosciuto, si raggiunge lentamente e progressivamente una posizione, in modo da non stimolare nei muscoli antagonisti il riflesso miotatico inverso ed una volta raggiunta va mantenuta per 15 – 30 secondi. Lo consigliamo in fase di preparazione, ma se questa fase l’abbiamo negligentemente saltata, tanto vale almeno affidarsi a dello Stretching dinamico che si utilizza prevalentemente nel riscaldamento, con brevi oscillazioni controllate di 1-3 secondi. Se il lavoro di forza è mancato, prima di calzare gli scarponi dedichiamo almeno qualche minuto a piccoli esercizi di equilibrio, soprattutto in monopodalico (su un piede) così da stimolare a livello propriocettivo e da andare ad attivare fibre muscolari più profonde.
Relativamente all’attrezzatura ricordiamo che ci sono persone dotate di preparazione e competenza approssimative che acquistano sci molto tecnici senza saperli sfruttare: questi soggetti si divertirebbero molto di più con degli sci più facili, che potrebbero sfruttare al massimo.
Infine per chi avesse poco tempo ed eventualmente poco budget a disposizione e cercasse un luogo incantevole e a prezzi competitivi, consiglio Leonessa e i suoi impianti di Campo Stella in provincia di Rieti.
* Isabella Cristaudo: diplomata I.S.E.F. con 110 e lode presso l’Istituto Superiore di Educazione Fisica (Roma) e laureata in Scienze Motorie con 110 e lode, presso lo I.U.S.M. Istituto Universitario di Scienze Motorie Foro Italico (Roma). Preparatore fisico per atleti professionisti, nel 2008 convocazione con il Settore Squadre Nazionali Maschili F.I.P. Esperienza ultradecennale nel recupero funzionale post-traumatico e post-operatorio. Insegnante di ruolo di Scienze Motorie nella Scuola Secondaria di Secondo Grado. Inventrice del “Big Band” (dispositivo a elastici con sistema di monitoraggio elettronico delle forze agenti) e del suo modello di allenamento. Nel 2011 esce la sua prima pubblicazione scientifica dal titolo “Assessment of the efficacy of a specific tubing training in female futsal players” al XX th International Congress of Sports Rehabilitation and Traumatology (12 – 13 Marzo, 2011 Bologna, IT).