Ruotolo intervista Antonio Mancini, ex banda Magliana

Il boss di una delle bande più efferate del novecento Antonio Mancini, si racconta ad un grande giornalista d’inchiesta Sandro Ruotolo, finito pure lui nel maggio scorso sotto scorta, per minacce concrete ricevute dal boss dei Casalesi Michele Zagaria che lo vuole morto. Un appuntamento di punta a Piazza San Lorenzo il 23 luglio alle ore 21,00 parte del programma di stacco di Tuscia Opera Festival.

Una conversazione tra giornalista conduttore e autore testimonial di fatti, che hanno segnato misteriosamente un periodo ,sicuramente scivolerà via come un bicchiere di acqua fresca in questa torrida estate. L’ingresso è libero e l’argomento appassionerà non solo gli amanti del genere. Il libro a cui si fa riferimento è stato scritto a quattro mani da Mancini con la giornalista Federica Sciarelli conduttrice di Chi l’ha visto?

Tutto inizia da un Il furto di un’auto carica di armi e un insolito patto fra rapinatori. Sono questi i due eventi che segnano la nascita della banda della Magliana, il gruppo malavitoso che metterà sotto scacco Roma nel decennio 1975-1985. Attorno alle figure di Maurizio Abbatino, Enrico Renatino De Pedis e Antonio Mancini si sviluppa un complesso disegno criminoso che si estende a tutti i racket: dalla droga alle armi, dal controllo dell’edilizia ai rapporti con l’estrema destra, fino ad acquisire un ruolo tuttora da chiarire in vicende oscure come l’omicidio Pecorelli. Antonio Mancini è stato fra i primi membri della banda. Dopo molti anni di reclusione, ha deciso di collaborare con la giustizia e oggi lavora come autista di uno scuolabus per disabili.La vita ti offre sempre una possibilità e Mancini pare averla colta. Ruotolo un giornalista libero che come ha ribadito il presidente del Senato Pietro Grasso illumina la professione.

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