Coldiretti Lazio, pratiche commerciali sleali: in Gazzetta lo stop a speculazioni sul cibo

David Granieri

Stop alle pratiche commerciali sleali. Una battaglia che Coldiretti ha portato avanti attraverso i tavoli istituzionali nazionali ed europei. Non solo. Non sono mancati, infatti, gli incontri sui territori che la federazione regionale del Lazio, ha svolto direttamente con i produttori agricoli sottopagati e sfruttati a causa delle speculazioni sul cibo in maniera capillare da Roma a Latina, da Viterbo a Rieti e Frosinone. Tutto questo in un momento in cui gli agricoltori sono costretti ad affrontare pesanti rincari dei costi di produzione dai carburanti ai fertilizzanti, dalle macchine agli imballaggi fino ai mangimi per alimentare il bestiame.

E’ stato, infatti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo in attuazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali, fortemente voluto dalla Coldiretti, la principale Organizzazione degli imprenditori agricoli a livello europeo. Con il nuovo provvedimento scatta lo stop per 16 pratiche sleali, che vanno dal rispetto dei termini di pagamento, e precisamente non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili, al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste online al doppio ribasso. E ancora dalle limitazioni delle vendite sottocosto, alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti.

“E’ un traguardo importante – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri (nella foto) – un grande passo in avanti. Finalmente si realizza un percorso virtuoso volto a garantire un’equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera. Un intervento necessario ora più che mai, in un momento in cui molte imprese agricole stanno vendendo sottocosto, anche per effetto di pratiche sleali, che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali di Natale. Abbiamo portato avanti incessantemente la nostra attività di sensibilizzazione della politica e dei territori. E’ stato un lavoro impegnativo, ma questo nuovo tessuto normativo aprirà nuove opportunità per l’agricoltura”. 

Il balzo dei beni energetici si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole strozzate da aumenti dei costi non compensati da prezzi di vendita adeguati.

“Una svolta storica – conclude Granieri – che consente di garantire un giusto prezzo ad agricoltori e allevatori in una situazione in cui per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo. Questioni come il listing o le offerte a basso costo che sfruttano il lavoro degli agricoltori, così come i resi dei prodotti invenduti, saranno soltanto un amaro ricordo. Questo consentirà di avere una competizione tra imprese equa e seria”.

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