Centri antiviolenza salvati: “L’impegno ventennale di Erinna non è stato degno del riconoscimento della sua storia”

Riceviamo e pubblichiamo da Associazione Erinna

Centri antiviolenza salvati. Così su Facebook il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

Finalmente i personaggi della politica regionale riconoscono anche la loro ipocrisia, e usiamo le loro parole “Lo abbiamo fatto perché è ipocrita riempirsi la bocca della parola diritti e solidarietà e poi assistere senza fare nulla alla chiusura dei servizi”.

Fu proprio questa amministrazione regionale che nel 2014 decretò la morte lenta del centro antiviolenza Erinna e la chiusura della casa rifugio, che le volontarie di Erinna hanno tenuto con i denti fino allo stremo e poi hanno dovuto chiudere nel 2018.

Ancora le parole dei politici regionali: “È lo stesso spirito che ci ha portato, qualche anno fa, a salvare tutti i centri antiviolenza di Roma e provincia che rischiavano di chiudere…”, peccato che a nulla sono false le proteste di Erinna e delle donne di Viterbo che dal 2014 fino al 2019 hanno scritto, manifestato, hanno avuto incontri tanto cordiali quanto inutili, per il riconoscimento dell’unico centro antiviolenza nel capoluogo di Viterbo; non hanno trovato parole come quelle ora declamate dai politici regionali “…la vostra storia è un bene comune: i vostri valori sono anche i nostri. Grazie per il coraggio e l’impegno di ogni giorno”.

L’impegno ventennale di Erinna non è stato degno del riconoscimento della sua storia.

Per onestà le loro dichiarazioni si riferiscono a “tutti i centri antiviolenza di Roma e provincia che rischiavano di chiudere”, quindi il resto della regione non è contemplato nel loro “spirito”.

Queste dovute precisazioni -non ce ne vogliate, ma noi di Erinna siamo ancora furiose-, non ci impediscono di gioire per Lucha y Siesta, di sentire e condividere la vittoria come una vittoria per tutte, per la lotta che le donne mai hanno abbandonato.

Associazione Erinna

Viterbo, 26/08/2021

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