Cèline raccontato dallo scrittore e critico letterario La Porta:“Ognuno di noi è ciò che resta dopo aver eliminato il superfluo”

Eccoci al primo incontro di martedì  alla Biblioteca di Viterbo, della serie “Intermezzi” sempre molto partecipato, con il Prof. Filippo La Porta a presentare  in questo appuntamento ben due libri: Guerra di Lois Ferdinand Cèline e L’arte del racconto dello stesso La Porta.

A dialogare con l’ospite il commissario straordinario Paolo Pelliccia, a lui compete l’introduzione forbita su Filippo La Porta, critico e saggista, scrive su “la Repubblica” e insegna alla Scuola Holden e alla Accademia di scrittura Molly Bloom.

La Porta prende la parola: “Grazie sono davvero felice di essere qui e vedere una sala colma ed inconsueta. Abbiamo pensato di dividere l’incontro in due parti, vi parlo di Cèline che amo con rabbia, con sofferenza, rispetto a tutti gli altri autori del modernismo letterario, a me appare inerme si offre senza difesa colpisce di lui la sua assoluta visceralità, lui ha denunciato più di ogni altro la menzogna il formalismo della borghesia. L’aspra verità è l’anima del suo genere romanzesco,l’insuperabilità del suo racconto, le costanti  dello scrittore, anche il comico grottesco. Negli ultimi anni di vita è caduto in uno oscuramento mentale in cui faceva parola tutto ciò che lui detestava. Una certa psicosi che lo ha ostinato verso la parola ebrei, e lo scrittore La Porta suggerisce al lettore di provare a mettere al posto di ebreo la parola borghese.

Fluido e semplice il linguaggio di La Porta che sottolinea che quello di Cèline è un atteggiamento contro ogni ideologia, Cèline non è adoperabile non è strumentalizzabile. La sua lingua è un artificio estremamente verbale. Il libro Guerra di Cèline ha tutta la forza retorica dello scrittore afferma La Porta. Nel passaggio all’altro libro, il suo : L’arte del riassuntocome liberarsi del superfluo,il libretto dice La Porta s’incarna sul paradosso perché il riassunto è impossibile. La vita stessa non si può riassumere. Sembra la cosa più facile, invece è la più difficile: riassumere. A scuola, fin da piccoli, ci insegnano a condensare in poche parole ciò che abbiamo letto e studiato; è la prima verifica del nostro livello di comprensione. Filippo La Porta scrittore mette in luce la comprensione dell’autore Cèline verso le prostitute, ne espone il loro gran fagotto di sentimenti sino a chiedersi, Che ne è di loro?

Il tutto si riassume nella frase finale: Certo che è enorme la vita ti ci perdi dappertutto. Questo è Cèline… Poi le domande del pubblico e il firmacopie.(LucPas)

La registrazione dell’incontro è disponibile sul canale YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=h-DXC3OKEL8

Foto:  Miriam Giacci

 

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