Carbognano, il paese delle Madonne

Di Luciano Costantini

Carbognano, centro di quasi duemila anime, incastonato tra le falde dei Cimini, origini sicuramente etrusche. Nel cuore del suo cuore il maniero baronale che fu per almeno venti anni dimora terrena di Giulia Farnese, fascinosa amante di Papa Alessandro VI° Borgia. Tante, tantissime, le immagini della Vergine che si possono scoprire agli angoli delle antiche strade, in alcuni rosoni delle vecchie case e nelle chiesette riportate alla vita, se non al culto, dall’amministrazione comunale e dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali che da un decennio spende risorse significative e impegno costante per la valorizzazione dell’intero borgo. Carbognano, “Paese delle Madonne”, quelle che vengono raffigurate nei tanti affreschi, quasi sistematicamente: mancanza di ispirazione del pittore del momento o volontà precisa di “Giulia la bella” che alla Vergine e a santa Rosa fu assai devota? Volti di una infinita delicatezza, lineamenti tra loro così somiglianti da renderli riconducibili alla figura della nobildonna anche se di lei non si hanno né ritratti ufficiali né certezze sul luogo della sepoltura. Si sa soltanto che avrebbe desiderato riposare per sempre a Carbognano dopo la morte, avvenuta a Roma nel 1524. Con un pizzico di fantasia se ne possono immaginare le fattezze negli affreschi all’interno delle chiese che fece erigere nell’arco di un ventennio, quello in cui Giulia amministrò il proprio feudo. Per esempio, il tempio di Santa Maria risalente al 1522 con i suoi splendidi dipinti dell’Annunciazione, della Natività, della Madonna col Bambino. Insieme alla Madonna della Quercia, al San Sebastiano, al San Girolamo. Nell’ultima cappella, a destra, una Madonna alla quale il pittore viterbese, Antonio del Massaro, detto il Pastura, avrebbe affidato i tratti più fedeli dell’incarnato di Giulia. Un viso dolcissimo che va a fare il paio con quello di una Madonna con Bambino, all’interno della chiesa cimiteriale della Madonna della Valle, anch’essa fatta erigere da monna Giulia. In questo caso l’artista ha lasciato la firma: “Opera fatta Pastura Viterbo”, discepolo del Pinturicchio con il quale lavorò a decorare le stanze vaticane volute, guarda caso, proprio da papa Borgia. All’esterno del tempietto, ancora quel che rimane di un’altra Vergine. Oggi un graffito più che un dipinto. E ancora una splendida Madonna con Bambino conservata nella chiesa di Sant’Eutizio, risalente al IX° secolo, e che ospita pure una Crocefissione e l’icona del santo del “Miracolo delle tre spighe”. Lavori questi attribuiti a un altro pittore viterbese, Francesco d’Antonio, detto il Balletta. La venerazione per la Vergine si respira nei luoghi sacri, ma anche lungo le strade e le piazze: ancora un primo piano di Madonna con Bambino e un ampio cammeo murale con la Vergine nelle vesti di Santa Rosa, sulla via principale del paese. Un paese che sta cercando di valorizzare i propri tesori. Tra i quali una singolare scala a chiocciola in peperino del Cinquecento, la “Conocchia” (in passato denominata “Fabbrica della lumaca”), che si avvolge dalla piazza del Duomo sino alla sovrastante sede comunale. Un passato da preservare e valorizzare, un presente fatto di gratificanti risultati, un futuro da programmare. Dice il sindaco, Agostino Gasbarri: “Con un bilancio di quattro milioni di euro siamo riusciti a realizzare diverse iniziative: l’illuminazione del castello e del vecchio fontanile (“O mascherò”), la sistemazione di una antica fontana pubblica, il riassetto di alcune strade, la creazione di una piazzetta con tanto di ascensore, stiamo infine lavorando a un ostello. Il nostro prossimo step è quello di rendere accessibile al pubblico il maniero dei Farnese. Non sarà facile, ma siamo determinati. Sarebbe la gemma più bella per il paese che è un autentico tesoro di arte e di storia”.

Fotogallery:scorci di Carbognano

 

   

 

 

*Luciano Costantini

Nato a Fabrica di Roma, una carriera giornalistica iniziata da giovanissimo nei lontani anni ’70 alla redazione di Viterbo de Il Messaggero, poi un lungo percorso come vice capo servizio  alla redazione centrale dell’Economico della stessa testata. Ritornato a  Viterbo ha ripreso in mano le proprie radici e  la sua passione per la storia,argomento valoriale di questa testata di cui dal luglio 2018 è il direttore editoriale.

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