“Canale Mussolini 2” di Pennacchi racconta il dopoguerra

Il libro è arrivato nelle librerie nei primi giorni di dicembre ma è andato presto esaurito. Antonio Pennacchi a cinque anni dal primo capitolo che gli è valso il Premio Strega e una notorietà straordinaria fa il bis.
Non si può leggere “Canale Mussolini2” se non si conosce “Canale Mussolini1”, in quanto la storia della famiglia Peruzzi raccontata mirabilmente nel primo libro, prosegue nel secondo.
Protagonista di questo nuovo romanzo è Diomede, cugino arricchito (senza scrupoli) nel primo dopoguerra con la costruzione della città di Littoria, che sarebbe divenuta la futura Latina,
E’ intorno a lui e alla sua famiglia che si costruisce la “storia” sociale, politica ed economica del lungo periodo che va dalla fine della prima guerra mondiale agli anni 50/60,con particolare riferimento alla guerra partigiana storicamente ricostruita dall’autore, in maniera dettagliata e incalzante.
L’interesse di Pennacchi per la storia italiana finisce con il far passare in secondo piano tutti gli altri personaggi del libro, anche se c’e da dire che tale marginalità non li priva delle loro specifiche connotazioni.
Non tutte le parti del lungo romanzo sono ugualmente coinvolgenti, tuttavia la lettura del testo nella complessità risulta gradevole, addirittura in alcuni punti divertente.
Il linguaggio di Pennacchi è semplice ed efficace pure per l’uso di espressioni dialettali.

(Mondadori, pp. 425, euro 22,00)

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