Antonio Calabro orgoglioso della sua squadra: “Viterbo città bellissima ma non ho distrazioni”

di Claudio Petricca

E’ arrivato a Viterbo in punta di piedi ma ha già conquistato tutti, anche chi magari segue il calcio solo da lontano. Carattere sicuro, sguardo deciso, ma soprattutto grande preparazione, dedizione, esempio di professionalità che lo stanno catapultando all’attenzione di tutti. Tra Antonio Calabro, e  Viterbo sboccia un nuovo amore, amore per il calcio che è passione, colori, quelli gialloblù, carisma, una vita dedicata a un mondo che prende e spesso restituisce. Il tecnico di Melendugno, ridente centro turistico a una manciata di chilometri da Lecce, si è immerso anima e corpo nel progetto della Tuscia che riesce a vivere solo a sprazzi e a distanza. Quarantadue anni, una vita nel mondo del calcio iniziata a diciassette anni nelle giovanili della Lazio dove trova Nesta e Di Vaio, poi la scalata tra i professionisti Casarano, Castel di Sangro, Lecco, Brindisi, Manfredonia, Pistoia ma è la panchina che lo lega ancora più strettamente a questo mondo. Casarano, Gallipoli e Francavilla, dove vivrà tre meravigliose stagioni, sono il trampolino di lancio per la serie B dove compie il miracolo Carpi, il resto è storia di oggi. A portarlo nella città dei Papi è il solito felice intuito di Piero Camilli, uno che mastica calcio da una vita, uno che ha visto passare nei suoi club nella sua storia calcistica totem delle panchine come Allegri, Sarri, Andreazzoli, Somma, Cuccureddu, Orlandi tanto per citare i primi che ci vengono in mente. La spola tra Grotte di Castro e Viterbo, tra uno stadio e l’altro, poco tempo, vista anche la situazione contingente che costringe la Viterbese a giocare ogni tre giorni, per vivere intensamente la nuova realtà. “Più che altro me ne hanno parlato bene – ci confessa il tecnico gialloblù raggiunto nel ritiro della squadra nella sua terra a pochi passi da Brindisi – una realtà che vivo talmente poco, ho solo fatto una breve passeggiata in centro con la mia famiglia quando è venuta a trovarmi. Ci alleniamo a Grotte di Castro, viviamo lì e giocando ogni tre giorni con pochi giorni liberi ho visto veramente poco ma me ne hanno parlato benissimo. Sono curioso di visitarla e di viverla se ce ne sarà occasione perché dovunque sono stato ho sempre vissuto la città. Una zona che non conosco – continua il tecnico pugliese – ho giocato nella primavera della Lazio un anno ma questa è una zona che da calciatore o da allenatore non ho mai frequentato, ho vissuto in Toscana a Pistoia, in Lombardia a Lecco e poi tanto sud ma Viterbo non l’avevo mai frequentata. Me ne hanno parlato benissimo ma per adesso purtroppo ho potuto apprezzare solo le positività culinarie a tavola, pappardelle e spezzatino al cinghiale sono buonissimi anche se non mi posso concedere molti sfizi visto che sono a dieta anche perché è bene mantenere il fisico e visto che ho raggiunto una buona forma preferisco mantenerla visto anche come interpreto la partita consumando molte calorie”. Ci sarà tempo per vivere la città, intanto però è già entrato nel cuore dei tifosi gialloblù: “Sono rimasto favorevolmente impressionato- conclude la sua breve chiacchierata il tecnico – ho avuto poco tempo per raccogliere informazioni su questa tifoseria perché più che altro ne ho prese su tutto, un impatto talmente veloce visto che sono subito salito sul pullman per andare a giocare a Reggio Calabria, tre partite a settimana e quindi mi sono concentrato più che altro sui nostri avversari. I tifosi si sono invece presentati da soli , all’inizio con poche presenze ma già nelle ultime partite a iniziare da quella contro la Ternana e dopo gli ultimi risultati che stiamo facendo sto vedendo crescere l’entusiasmo. Nella partita contro il Pisa sono stati eccezionali nonostante fossimo sotto sono stati molto vicini alla squadra ma il dato che mi fa molto piacere sono le trasferte dove vedo ragazzi che si sobbarcano chilometri e fanno sacrifici per seguirci, sono eccezionali e a me questo piace molto, vogliamo sempre dare soddisfazioni a chi fa sacrifici”. Intanto un primo feeling è sbocciato per vivere la Tuscia profondamente ci sarà tempo: “Una città che ha tanta storia, le mie figlie che la studiano mi parlano della città che deve essere visitata però, ripeto, ho talmente poco tempo che non mi permette di viverla”. Per ora Viterbo ti dà il benvenuto poi sarà il tempo, che è sempre galantuomo, a fare il resto.

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI