Antonella Polini,Background Model Management : un factual che racconta le modelle dietro le quinte

di Giulia Benedetti

Oggi dal momento che il confine fra modella, influencer e attivista del web non è più così netto, che cosa serve davvero per diventare una professionista delle passerelle?

Siamo a abituati a vederle eteree, bellissime, alte, quasi irraggiungibili, come se appartenessero a un altro mondo, al di fuori del nostro. Quello della modella è un lavoro ambitissimo, che impone delle regole ferree e canoni estetici, che anima e aggiunge valore ad uno dei settori che contraddistinguono il nostro paese, ovvero quello della moda. Una professione che richiede sacrifici ed intraprendenza, che inizia e finisce in giovane età (dopo i 30 anni la carriera può ritenersi conclusa).

I risultati sono sotto gli occhi di tutti, ma cosa c’è dietro l’obiettivo della macchina fotografica? Che personalità si nasconde dietro al make up perfetto e agli abiti d’alta moda? Come è in verità la vita di una ragazza che fa questo lavoro?

Lo abbiamo chiesto alla rinomata accademia Background Model Management di Viterbo. Un’agenzia guidata da una donna Antonella Polini che da circa 15 anni forma giovani indossatrici ed ha saputo brillare in diverse occasioni e competizioni mondiali (ricordiamo il successo ottenuto al concorso di World Top Model 2019).

Nell’immediato  è in costruzione l’ambizioso progetto che vede la realizzazione di un documentario incentrato proprio sulla vita di queste ragazze, raccontando ciò che sfugge a telecamere e obbiettivi fotografici. Venerdì 28 maggio là Background girerà la puntata conclusiva del factual, chiudendo in bellezza con la sfilata del brand “La vie en blanc” nell’incantevole cornice di Villa Aurelia a Roma.

Partiamo dagli inizi. Com’è nata la Background Model Management?

L’idea originaria era di aprire una scuola a Roma, ma poi, sposandomi e trasferendomi in questa città, mi sono innamorata di Viterbo ed ho deciso che avrei aperto la sede qui. Nonostante fosse una città più piccola, e quindi che ci fosse il rischio che il progetto non andasse a buon fine, intrapresi comunque questa sfida. Pensavo che ormai, in un epoca in cui l’online e il computer la facevano da padrone, non fosse importante il luogo, ma il contenuto, ovvero avere un’agenzia competente, capace di offrire un’ottima formazione e di fare un buon lavoro di scouting. Inizialmente non è stato difficile, un po’ per la location insolita e anche perché reperire i modelli è sempre un lavoro arduo, ma fortunatamente sono contraddistinta da una forte tenacia. Passo dopo passo siamo diventati una realtà ben distinta, con all’attivo collaborazioni con importanti agenzie di Roma e Milano.

Parliamo del factual: su quali aspetti si concentra?

Le protagoniste sono le ragazze che abbiamo formato, che hanno una vita normale come quella di qualunque adolescente: vanno a scuola, hanno le loro amicizie e le prime relazioni amorose. La differenza con le modelle della mia generazione (le italiane che facevano carriera erano molte di meno rispetto ad oggi) è la maggiore indipendenza. Spesso molte modelle italiane avevano difficoltà ad organizzarsi, vivevano ancora con i genitori, ecc… facendo si che il mercato fosse saturato di ragazze già formate dall’estero, molto più autonome rispetto a loro. Oggi, fortunatamente, la situazione sta cambiando e le italiane cominciano ad essere molto più presenti, soprattutto come indossatrici. Ciò comporta che le ragazze devono imparare ad affrontare questo lavoro con la giusta dose di grinta ed equilibrio, cercando contemporaneamente di raggiungere l’indipendenza dai genitori. Durante la formazione, cerchiamo di spronarle a tirare fuori quella sicurezza che sarà determinante nell’ambiente.

Una prospettiva sicuramente poco raccontata da mettere in luce?

“Noi raccontiamo questo mondo, le difficoltà per ognuna di loro: l’acne, la timidezza, l’insicurezza, le paure nel raggiungere l’obbiettivo. Le persone guardano questo mondo e credono che l’unica caratteristica fondamentale sia la bellezza, ma posso assicurarvi che non è così. Ci vuole un grande equilibrio per poter incastrare tante cose e diventare una lavoratrice giovane, che fa dell’aspetto estetico un fattore importante, ma non fondamentale. Bisogna essere anche forti caratterialmente e psicologicamente, un elemento che ho voluto raccontare in questo factual.  Un equilibrio di cui, secondo me, avrebbero bisogno i giovani in generale, che hanno bisogno di rafforzare la loro autostima, minacciata da tanta precarietà che viviamo dal punto di vista lavorativo. Per loro è difficile immaginare le prospettive future, a causa delle poche opportunità di lavoro, diminuite anche a causa della pandemia. Tutta questa incertezza nel futuro non fa che aumentare la loro fragilità, altro elemento che viene raccontato nel docu-fiction che le spronerà a tirare fuori il loro carattere, i punti di forza e debolezza e la loro forza di volontà.”

Aspetti  importanti troppo spesso sorvolati su cui pochi si soffermano

Spesso a noi si rivolgono le ragazze molto timide, che vogliono cambiare e che hanno delle potenzialità nascoste. Non ci fermiamo ad lavoro prettamente di immagine, ma diamo loro molto altro. Spesso le persone le guardano da fuori e si fermano all’apparenza, alla bellezza, all’altezza…Molte di loro non sono consapevoli del loro potenziale, della loro bellezza e spesso ci troviamo a dir loro ciò che è visibile. L’adolescenza è un momento così delicato che hanno bisogno di essere aiutate, guidate, perché non si vedono mai bene. La bellezza è anche una dimensione mentale.

Ci sono degli stereotipi, dei dogmi, in particolare che mortificano i modelli?

La cosa che mi piace meno di tutte è quando chiedono delle taglie estremamente esili. Preferirei che gli stilisti trovassero un compromesso. È bello essere longilinei, esibire una certa magrezza, ma questa deve essere equilibrata. Facciamo seguire i ragazzi da nutrizionisti che gli spiegano come alimentarsi nel modo giusto, rispettando ciò che è giusto per il proprio fisico.

Come avete organizzato il lavoro, a seguito delle limitazioni del virus? Ci sono dei set della Tuscia?

Abbiamo girato in diverse parti d’Italia finora: in Puglia, a Roma, e abbiamo girato molte cose qui nella Tuscia. Tra i vari set scelti, oltre al nostro studio fotografico Fotogra’, abbiamo sfruttato il centro storico di Viterbo in particolare il quartiere di San Pellegrino e il Duomo. La storia è autentica e ruota attorno a queste ragazze legate anche a questo territorio, quindi dovevamo includerlo nelle riprese.

Dove sarà presentato il factual?

È un progetto che andrà, molto probabilmente, su qualche rete discovery. Essendo un factual è diviso in 6 puntate.

Il futuro per lei sembrerebbe essere già già iniziato…Cosa prevede ancora?Sicuramente proseguiremo con il nostro lavoro di scouting e se il progetto andrà bene avrà un seguito, lavorando ancora nel territorio. Ho a cuore questa città e se posso la metto in prima fila. L’obbiettivo del progetto è dare visibilità non solo alla nostra agenzia e ai nostri modelli, ma anche alla città di Viterbo. “La posizione ottimale che la rende contemporaneamente vicino a Roma, all’Umbria e alla Toscana. Inoltre, la sua dimensione, né troppo piccola né troppo grande è rilassante. Luogo ideale per viverci ed accogliere.

Alle tante ragazze che vorrebbero diventare modelle: che consiglio si sente di dare?

Per avvicinarsi a questo mondo, servono determinate caratteristiche fisiche. Se non le si posseggono e qualcuno dice il contrario, molto probabilmente sta cercando di raggirarvi. Dovrete stare attente a chi rivolgervi ed affidarvi ad agenzie di provata serietà. Ricordando che ciò che si  ritene un difetto non è sempre un problema, ma se affrontato con la giusta personalità resa dalla precisa conoscenza  può diventare un punto di forza.

 

 

 

 

 

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