Al Gruppo Archeologico Città di Tuscania negato l’accesso alla Tomba a Dado

Ai volontari del Gruppo Archeologico Città di Tuscania non è stato permesso di accedere all’area archeologica della Tomba a Dado, durante le programmate attività di ripulitura del sito. Il Comune di Tuscania ha deciso, mercoledì 13 aprile, di non far entrare i volontari all’interno dell’area archeologica, ancora in gestione all’associazione di volontariato, sostituendo senza comunicazione e preavviso i lucchetti di chiusura e facendo presidiare l’accesso da parte della Polizia Locale.

I volontari avevano programmato da tempo la ripresa delle attività di ripulitura e messa in sicurezza del sito archeologico tra i più famosi di Tuscania, ed unico complesso ancora in gestione al Gruppo Archeologico Città di Tuscania, dopo la decisione nei mesi precedenti da parte dell’Amministrazione Comunale di Tuscania di revocare i contratti unilateralmente e di concordare nuove e fumose forme di gestione.

Giunti sul posto i volontari, coordinati dal vicedirettore Franco Livi hanno trovato i cancelli chiusi e la resistenza della Polizia Locale, inviata dal sindaco sul posto per identificare tutti i presenti. La situazione, molto tesa, ha condotto alla sospensione delle attività già previste e l’invio di una formale comunicazione di rimostranze per il grave atto compiuto dell’amministrazione comunale.

“Si tratta di un atto inaccettabile – commenta il vicedirettore Franco Livi, presente sul posto insieme ad altri volontari – che appare come intimidatorio nei confronti della nostra associazione e dei nostri volontari, così attivi negli ultimi anni nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio archeologico locale. Siamo basiti da questo comportamento perentorio, che non permette in questo momento di pensare a nulla di positivo nella nuova gestione delle aree archeologiche di Tuscania. L’invio della Polizia Locale per impedire a dei cittadini di adempiere alle funzioni previste da un accordo sottoscritto insieme al Comune di Tuscania nel 2019 e ancora in vigore, rappresenta un punto di non ritorno nelle nostre relazioni”.

“È stato un momento a dir poco desolante – commenta il consigliere Giuseppe Prochilo – che lascia l’amaro in bocca, soprattutto dopo tutto il lavoro svolto e gli ottimi risultati raggiunti. Non si può tollerare un simile comportamento”.

“Si è trattato di un atto vile e vergognoso – protesta il Consigliere Riccardo Fioretti – che lede irrimediabilmente l’immagine della cultura a Tuscania e degli sforzi intrapresi negli anni per valorizzarla al meglio”.

Conclude il direttore Alessandro Tizi: “Sono allibito e profondamente amareggiato per quello che sta accadendo, che oltre ad avere ripercussioni serie sui nostri straordinari volontari, pone a rischio il patrimonio archeologico di Tuscania, così fragile e così complesso da gestire e valorizzare. La mia solidarietà va poi agli operatori del Comune di Tuscania che sono stati costretti, in modo scellerato, a compiere atti gravi e forieri di ripercussioni. Noi siamo come al solito a disposizione, ma pretendiamo delle spiegazioni”.

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